Liliana Segre, sopravvissuta all’olocausto, è senatrice a vita dal 2018 e da allora non ha mai cessato la sua attività di sensibilizzazione contro ogni forma di discriminazione: ecco la sua biografia e la sua esperienza politica.
Liliana Segre, senatrice a vita dal 2018, è una delle poche sopravvissute italiane all’olocausto e da anni si batte mantenere vivo il ricordo di quella strage, contro i negazionisti. A causa di continue e ripetute minacce sui Social le è stata assegnata una scorta permanente in via preventiva.
Nel gennaio 2022 in occasione dell’elezione del presidente della Repubblica, è stata lanciata una petizione per avallare la sua candidatura per il Quirinale, con la senatrice che però si è subito tirata indietro: “Il ruolo di presidente della Repubblica richiede grande sapienza costituzionale e politica. E io ne sono priva, non avendo mai fatto politica attiva”.
Nonostante l’età c’è da dire che la senatrice Segre ha sempre cercato di onorare il suo ruolo a Palazzo Madama, scendendo diverse volte a Roma per prendere parte alle votazioni anche sotto il duro periodo delle prime ondate Covid.
Ma chi è Liliana Segre? Vediamo la biografia e l’impegno politico di questa scrittice e attivista che, con il testo La colpa di essere nati scritto insieme a Gherardo Colombo, è stata inserita tra gli autori oggetto della prima prova dell’esame di Maturità 2022.
Chi è Liliana Segre: biografia e impegno politico
Liliana Segre, classe 1930, è una superstite dell’Olocausto, nota alla cronaca italiana per il suo impegno politico e sociale nel mantenere vivo il ricordo della strage degli ebrei avvenuta durante la seconda guerra mondiale.
Nata a Milano da famiglia di origine ebraica ma laica, Liliana venne espulsa dalla scuola nel 1938 (anno in cui furono approvate le leggi razziali fasciste) e successivamente rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz, dove fu costretta ai lavori forzati. Venne liberata nel 1945 dall’Armata Rossa e fu l’unica superstite della sua famiglia.
Dopo il rientro in Italia visse con gli zii e i nonni materni fino al 1951, quando sposò Alfredo Belli Paci, anche lui superstite da Auschwitz, dove era stato trattenuto a causa del rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò.
Il suo impegno politico ha inizio ufficialmente nel 2018, quando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la nomina senatrice a vita, in occasione dell’ottantesimo anniversario delle leggi razziali fasciste. Ai sensi dell’articolo 59 della Costituzione, la carica gli viene affidata «per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale», e ad oggi è la quarta donna ad essere stata nominata senatrice a vita.
Fin dal suo insediamento, la Segre ha manifestato di voler combattere ogni forma di odio e discriminazione, sia razziale che di genere, ed è spesso ospite di trasmissioni televisive in cui racconta l’esperienza vissuta nei campi di sterminio degli ebrei, una testimonianza preziosa dato che i superstiti sono ormai pochissimi.
La Commissione etica contro l’odio
Un anno dopo la sua nomina la senatrice Segre ha proposto la costituzione di una Commissione etica contro ogni forma di odio, in particolare contro:
”...l’odio razziale, la xenofobia, l’antisemitismo o più in generale l’intolleranza, ma anche i nazionalismi e gli etnocentrismi, gli abusi e le molestie, gli epiteti, i pregiudizi, gli stereotipi e le ingiurie che stigmatizzano e insultano.”
Una proposta apolitica e apartitica che però non ha ottenuto il risultato sperato.
Liliana Segre sperava nell’approvazione all’unanimità della Camera del Senato, cosa che avrebbe avuto grande valore simbolico per il Paese. Invece si è trattata di una vittoria solo a metà: l’approvazione c’è stata, ma Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia si sono astenuti; insomma Destra e Centrodestra hanno manifestato il loro dissenso, giustificando il mancato voto con il fatto che - a loro dire - la Commissione della Segre limita la libertà di espressione e manifestazione del pensiero.
Nonostante il rifiuto della Destra, la Commissione contro l’odio è stata approvata dal Senato nell’ottobre 2019 con 151 voti favorevoli, quelli del centrosinistra, e 98 astensioni.
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