Antonio Vigni, ex dg di Monte dei Paschi di Siena, dovrà pagare 50 milioni di euro in quanto responsabile del patrimonio sociale della banca. Gli ermellini confermano il risarcimento in attesa del processo penale in Appello.
Novità sullo scandalo MPS: la Corte di cassazione ha confermato la condanna al risarcimento di 50 milioni di euro in capo all’ex direttore Antonio Vigni, responsabile per “mala gestio nell’esercizio delle sue funzioni”.
La somma dovuta si riferisce ad una serie di attività rischiose e illecite conosciute sotto il nome di “operazione Santorini”, avvenute tra il 2008 e il 2012.
La decisione della Cassazione non lascia margini di dubbio: le operazioni di Vigni erano palesemente dannose per l’Istituto bancario, per questo i giudici hanno respinto il ricorso dei legali dell’ex direttore confermando la condanna inflitta dalla Corte d’Appello di Firenze nel gennaio del 2018.
MPS, Antonio Vigni dovrà risarcire 50 milioni di euro
Nel verdetto della Corte di cassazione i fatti relativi all’operazione Santorini vengono descritti come un “peccato originale” commesso dall’allora direttore generale Antonio Vigni: infatti era chiaro che quelle operazioni avrebbero comportato un grave danno per Monte dei Paschi di Siena e Vigni, in qualità di direttore, ne è responsabile per cattiva gestione.
Così la Suprema Corte respinge in maniera definitiva i motivi di ricorso della difesa dell’ex direttore e gli addebita la responsabilità per non aver “comunicato al cda le operazioni Santorini, come sarebbe stato doveroso, in ragione della rilevanza che esse avevano” e - ancor più grave - di non averle “correttamente appostate nel bilancio chiuso al 2008.”
Con la sua condotta, quindi, Vigni ha contribuito in maniera determinante alla crisi di Monte dei Paschi di Siena, una delle più gravi della storia italiana.
Una condanna non eclatante se si considera che l’operazione Santorini è costata ad MPS una perdita pari a 485 milioni di euro; inoltre gli stessi giudici della Cassazione hanno sottolineato come l’ammontare del risarcimento sia sceso da 244 milioni di euro stabiliti in primo grado fino a 50 milioni di euro. Una riduzione notevole dovuta al fatto che la Corte d’Appello di Firenze tenne conto della risoluzione amichevole dei contratti in accordo con Deutsche Bank.
In questo caso la giustizia civile è stata più veloce di quella penale, infatti manca ancora la conferma della condanna in sede penale: per ora Vigni è stato condannato a 7 anni e 3 mesi di reclusione per i reati di falso in bilancio, manipolazione del mercato e ostacolo agli organi di vigilanza.
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