MES o coronabond? Secondo Marco Rizzo l’Eurogruppo è tutto un teatrino e gli italiani sono contrari all’UE. Ecco cosa ha detto a Money.it.
Eurogruppo in stallo, l’intesa non arriva. Le discussioni su MES e coronabond sono rinviate a domani e l’Italia si è pronunciata ancora contraria al primo e favorevole ai secondi, in netta contrapposizione con le idee dei governi del “versante nord”, più propensi al meccanismo di stabilità in versione attenuata.
Ma la posizione dell’Italia si può considerare netta o ci sono i presupposti per un cedimento? A questa domanda ha cercato di rispondere Marco Rizzo nella puntata odierna de L’altro punto di vista, format YouTube curato da Money.it, che interroga il politico italiano sui temi caldi dell’attualità.
È tutto un teatrino, 80% italiani contro UE
“È tutto un teatrino” tuona il segretario del Partito Comunista riferendosi alle proposte dei governi dell’Eurozona per fronteggiare la grave crisi economica determinata dal coronavirus. Secondo Rizzo, i gruppi dirigenti dei Paesi del sud Europa non temono le “ricette” dell’Unione Europea, della BCE e del Fondo Monetario Internazionale.
L’unico timore, a detta sua, sarebbe quello di essere rieletti e dare l’immagine di governi ridotti al mero ruolo di “passacarte elettoralmente spazzati via”. Questo sarebbe il motivo per il quale questi ultimi si stanno tanto affannando a battagliare sulle decisioni da prendere, in procedure che egli ha definito di pura facciata.
Una farsa, dunque, che nasconderebbe il vero sentimento della popolazione:
“Se la legge prevedesse la possibilità di fare un referendum oggi, l’80% degli italiani manderebbe a quel paese l’Unione Europea”,
ha sentenziato Rizzo.
Per quest’ultimo la posizione anti-europea del popolo italiano sarebbe ben chiara anche al premier Conte e ai rappresentanti del nostro governo, ma questo non toglie che debbano essere eseguite le suddette “procedure di rito”.
MES sì o no? Ecco cosa accadrà
Non sono ottimistiche le opinioni di Rizzo relative a cosa ci riserverà il futuro dopo il MES, che dipinge come disastroso. Una volta concluse le diatribe in corso, secondo lui le cose si risolveranno con una “via di mezzo”, una sorta di compromesso come quello tipicamente usato nelle trattative sindacali, che non rappresenta una vera soluzione al problema.
“Faranno vedere il bicchiere mezzo pieno, ma in realtà non sarà né mezzo vuoto, né mezzo pieno”.
Con la crisi che si è abbattuta su un sistema che già non funzionava in partenza, c’è da aspettarsi una situazione dalla quale sarà difficile, se non impossibile, uscire e che si riverserà sui lavoratori e sulle loro famiglie.
Il rischio è che l’Italia rimanga schiacciata dai debiti derivanti da quelli che Rizzo ha definito “aiuti a strozzo” e che debba sopportarne le conseguenze per almeno 40-50 anni.
Tra queste, Rizzo elenca la fine dello Stato sociale, la privatizzazione della sanità, già schiacciata oggi e a rischio crollo definitivo se si verificasse un’altra pandemia, tagli drastici alle pensioni, ma la lista sarebbe molto più lunga.
“Quello che è successo in Grecia, in confronto, farà ridere, per questo, con cautela, sostengo che oggi un cambio di sistema non solo sarebbe possibile, ma auspicabile”,
conclude Rizzo.
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