Militari non idonei al servizio, novità: proposta di legge per il reimpiego nella PA

Simone Micocci

15 Febbraio 2019 - 11:29

La deputata del Movimento 5 Stelle Alessandra Ermellino ha presentato un disegno di legge che potrebbe cambiare il destino dei militari dispensati dal servizio per non idoneità.

Militari non idonei al servizio, novità: proposta di legge per il reimpiego nella PA

Presto potrebbero essere introdotte delle nuove regole per il personale militare giudicato non idoneo al servizio: Alessandra Ermellino, componente della commissione Difesa della Camera dei Deputati, ha infatti presentato una proposta di legge che andrà a modificare le vigenti disposizioni in merito.

Secondo quanto previsto dall’articolo 14 della legge 266/1990, nonché dal relativo decreto interministeriale del 18 aprile del 2002, oggi quando il personale delle Forze Armate e dell’Arma dei Carabinieri viene giudicato non idoneo al servizio militare incondizionato per lesioni dipendenti o meno da causa di servizio transita - a domanda - nelle qualifiche funzionali del personale civile del Ministero della Difesa.

La proposta di legge della Ermellino punta ad estendere queste norme consentendo al personale militare giudicato non idoneo al servizio per lesioni sopravvenute di transitare in qualsiasi comparto della Pubblica Amministrazione.

Di conseguenza, in caso di perdita dei requisiti psico-fisici per lo svolgimento del servizio militare potrebbero aprirsi, per l’ormai ex militare, le porte di qualsiasi comparto della Pubblica Amministrazione.

Militari non idonei al servizio: cosa prevede la proposta di legge del M5S

La proposta di legge del M5S, a firma della deputata tarantina Alessandra Ermellino, quindi aumenta le possibilità di un reimpiego del militare, o del carabinieri, valutato non idoneo al servizio per una lesione psico-fisica sopravvenuta, indipendentemente se legata o meno dal servizio svolto.

Anziché transitare necessariamente nel personale civile impiegato presso il Ministero della Difesa, infatti, questo può essere “trasferito” all’interno di uno dei tanti comparti della Pubblica Amministrazione e - come si legge nel testo della proposta di legge - ciò può avvenire anche “in deroga alle consistenza organiche dell’amministrazione di destinazione”.

Qualora però nel comparto della PA non ci siano posizioni organiche vacanti per permettere all’ex militare di essere reimpiegato nell’immediato, questo sarà a carico, esclusivamente per quanto riguarda gli oneri contributivi, del Ministero della Difesa fino a quando non sarà possibile l’assorbimento nei quadri organici dell’amministrazione di destinazione.

Per quanto riguarda gradi e qualifiche interessate da queste nuove disposizioni, la proposta di legge include anche il personale dirigente delle Forze Armate, fino al grado di Colonnello. In ogni caso, però, per il transito del personale, nonché per il comparto della Pubblica Amministrazione di destinazione, bisognerà attendere il parere del Ministro della Difesa.

Trattamenti differenziati a seconda dell’invalidità

Il disegno di legge infine prevede dei trattamenti di maggior favore per i militari dispensati dal servizio per invalidità o infermità gravi o croniche. Per questi, infatti, visto il loro status, è previsto un limite riguardo alla destinazione del trasferimento: nel dettaglio, la nuova sede lavorativa in via generale non può essere distante più di 50 chilometri dal luogo di residenza.

Tuttavia, qualora non ciò non fosse possibile ci sarebbe una deroga: il trasferimento, infatti, sarebbe consentito entro i 100 chilometri dal luogo di residenza.

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