Mondadori offre 135 milioni a Rcs MediaGroup di Rizzoli, partecipazione al 99,99%

Sara Santarelli

30 Giugno 2015 - 14:04

Oggi la valutazione offerta dal gruppo editoriale Mondadori a Rcs MediaGroup di Rizzoli; in ballo 135 milioni di euro, una partecipazione di Mondadori pari al 99,99%.

Mondadori offre 135 milioni a Rcs MediaGroup di Rizzoli, partecipazione al 99,99%

Il gruppo editoriale Mondadori, come ormai noto al mercato già dal 6 marzo 2015, ha offerto al gruppo Rizzoli l’acquisizione dell’intera partecipazione detenuta in Rcs Libri, pari al 99,99% del capitale sociale, nonché dell’ulteriore complesso di beni e attività che costituiscono l’ambito librario di Rcs MediaGroup.

Secondo il progetto di Marina Berlusconi, l’idea è quella di puntare ad un consolidamento della propria posizione in un’attività in cui il gruppo è già leader in Italia.

Il Cda Rizzoli valuta la proposta di Mondadori
La trattativa lascia oggi - 30 giugno 2015 - posto alla valutazione del consiglio di amministrazione del gruppo Rcs libri. La riunione, prevista nel corso della giornata, non sarà decisiva; il gruppo Rizzoli, attualmente, sta prendendo atto dell’offerta vincolante che ha avuto. L’offerta ammonta fra i 120 e i 150 milioni di euro; MilanoFinanza precisa il prezzo a 135 milioni di euro.
Il gruppo Mondadori è leader del mercato italiano dei libri con una quota (a valore) del 26,5%, seguita proprio da Rcs Libri con una quota del 12,1%; l’unione di questi due grandi pilastri editoriali darebbe vita a un soggetto con oltre il 38% del mercato.

Nei mesi scorsi, da febbraio in poi, non sono mancate le polemiche da parte di scrittori e personaggi illustri appartenenti al mondo della cultura riguardo l’unione fra i due gruppi editoriali.

L’appello è stato lanciato sulle colonne del Corriere della sera da 48 intellettuali, uniti insieme dal grido: «Questo matrimonio non s’ha da fare».
I firmatari, preoccupati riguardo le sorti dell’economia libraria italiana, manifestano con un appello. Fra i campanelli d’allarme, è annoverato il timore che un giorno Marina Berlusconi potrebbe vendere il nuovo gruppo «Mondazzoli» ad un’azienda estera.

Gli intellettuali contro lo sposalizio Mondadori-Rcs sono: Roberto Andò, Nanni Balestrini, Sergio Bambarén, Franco Battiato, Tahar Ben Jelloun, Ginevra Bompiani, Pietrangelo Buttafuoco, Rossana Campo, Furio Colombo, Mauro Covacich, Michael Cunningham, Andrea De Carlo, Roberta De Falco, Paolo Di Stefano, Luca Doninelli, Maurizio Ferraris, Mario Fortunato, Fausta Garavini, Enrico Ghezzi, Paolo Giordano, Giulio Giorello, Hanif Kureishi, Raffaele La Capria, Silvana La Spina, Lia Levi, Dacia Maraini, Mario Martone, Michela Marzano, Laura Morante, Carmen Moravia, Edoardo Nesi, Aldo Nove, Nuccio Ordine, Roberto Peregalli, Sergio Claudio Perroni, Aurelio Picca, Thomas Piketty, Lidia Ravera, Antonio Scurati, Amina Sboui, Toni Servillo, Simona Sparaco, Susanna Tamaro, Chiara Valerio, Giorgio Van Straten, Sandro Veronesi, Drenka Willen.

L’appello contro l’acquisizione
Noi autori della casa editrice Bompiani (insieme ad alcuni amici che pubblicano presso altri editori, intellettuali e artisti) manifestiamo la nostra preoccupazione per il ventilato acquisto della Rcs Libri (che comprende le case editrici Adelphi, Archinto, Bompiani, Fabbri, Rizzoli, Bur, Lizard, Marsilio, Sonzogno) da parte della Mondadori. Pur rispettando l’attività editoriale della casa acquirente ci rendiamo conto che questa fusione darebbe vita a un colosso editoriale che non avrebbe pari in tutta Europa perché dominerebbe il mercato del libro in Italia per il 40 per cento. Un colosso del genere avrebbe enorme potere contrattuale nei confronti degli autori, dominerebbe le librerie, ucciderebbe a poco a poco le piccole case editrici e (risultato marginale ma non del tutto trascurabile) renderebbe ridicolmente prevedibili quelle competizioni che si chiamano premi letterari. Non è un caso che condividano la nostra preoccupazione autori di altre case: questo paventato evento rappresenterebbe una minaccia anche per loro e, a lungo andare, per la libertà di espressione. Non ci resta che confidare nell’Antitrust.

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