Nissan: l’arresto di Ghosn è stato un complotto?

Francesca Caiazzo

30 Gennaio 2019 - 12:20

In una intervista a Nikkei, Ghosn accusa la casa automobilistica giapponese di aver cospirato contro di lui.

Nissan: l’arresto di Ghosn è stato un complotto?

L’arresto di Carlos Ghosn è frutto di una cospirazione. A sostenerlo è il diretto interessato che, dalla prigione di Tokyo in cui si trova detenuto dal 19 novembre scorso, ha rilasciato unìintervista al quotidiano giapponese Nikkei.

L’ex magnate dell’auto ha riferito che a complottare contro di lui sarebbe stata la Nissan, per contrastare il piano di integrazione con Renault.

Intanto, Ghosn resta in carcere: il tribunale ha rigettato la sua richiesta di scarcerazione su cauzione.

Ghosn contro Nissan

Carlos Ghosn parla alla stampa, lo fa per la prima volta dalla cella in cui è rinchiuso da oltre due mesi ormai. A Tokyo lo accusano di aver manipolato i dati finanziari sui suoi compensi rendendosi responsabile anche di evasione fiscale.

Accuse che il tycoon ha sempre negato, ribadendo la correttezza del suo operato. Oggi, però, dalle pagine di Nikkei, Ghosn tuona contro la Nissan: “Ha tramato contro di me”.

Il suo arresto, insomma, sarebbe frutto di un’attività di cospirazione che la casa automobilistica giapponese avrebbe messo in atto contro di lui. Motivo? Ostacolare il piano di fusione con Renault e Mitsubischi che era stato discusso a settembre. L’intento di Nissan dunque sarebbe stato quello di “distorcere la realtà” dei fatti” per potersi “sbarazzare” di lui.

Anche Nissan nei guai

Non si è fatta attendere la replica di Nissan. Attraverso un portavoce dell’azienda, il Chief Executive Officer, Hiroto Saikawa, respinge la tesi del complotto e anzi ha sapere che “l’indagine di Nissan ha rivelato prove sostanziali e convincenti di cattiva condotta” da parte di Ghosn.

Le accuse lanciate dal suo ex numero, non fanno che alimentare lo scandalo che sta coinvolgendo la casa automobilistica giapponese, i cui effetti si stanno facendo sentire.

Intanto, nei giorni scorsi, la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti ha aperto un’indagine sulla Nissan. L’agenzia che controlla la Borsa negli Usa ha richiesto ufficialmente informazioni all’azienda circa i compensi elargiti a Ghosn. Una richiesta analoga, secondo il Wall Street Journal, sarebbe pervenuta allo stesso Ghosn in carcere.

Ma il 2018 ha riservato altre grane per Nissan che ha registrato il suo primo crollo sul fronte delle vendite in 10 anni. Lo scorso anno, infatti, le consegne globali sono diminuite del 2,8% ferme a 5,7 milioni di veicoli.

A comunicarlo è stata la stessa società mercoledì scorso, in attesa di presentare i conti dell’ultimo trimestre 2018, il prossimo 12 febbraio.

Il processo

Intanto, Ghosn non uscirà per ora dal carcere. Come detto, il tribunale gli ha negato la sua richiesta di libertà condizionata: secondo i giudici sussiste il pericolo di fuga e di distruzione delle prove.

L’ex presidente di Nissan e Renault ha ribadito al Nikkei che non intende scappare ma difendersi dalla accuse aggiungendo che gli sarebbe impossibile distruggere le prove perché “tutte le prove sono in possesso di Nissan e Nissan proibisce a tutti i dipendenti di parlarmi”.

Nel processo, Ghosn dovrà difendersi dall’accusa di aver dichiarato compensi inferiori a quelli effettivi nel periodo che va dal 2010 al 2015, continuando a farlo fino al 2018. Il manager 64enne dovrà rispondere anche di un presunto tentativo di trasferire perdite personali sui cambi a Nissan e di aver usato fondi societari per rimborsare un contatto saudita che gli avrebbe girato parte del denaro.

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