La banca centrale della Nuova Zelanda deciderà a breve se tagliare - e di quanto - i tassi di interesse. Ma quando lo stimolo economico può risultare eccessivo?
La Reserve Bank della Nuova Zelanda è stata, nel 2014, la prima grande banca centrale ad alzare i tassi di interesse dall’inizio della crisi del debito sovrano in Europa. Due anni dopo, i policymaker della Nuova Zelanda si trovano a dover fronteggiare il bisogno di un nuovo stimolo di politica economica.
Una moneta in rialzo e un mercato immobiliare in fiamme pesano sulla banca centrale della Nuova Zelanda, proprio nel momento in cui essa deve discutere sulla questione stimoli all’economia, questione che sarà dibattuta nella riunione di questa sera.
La domanda chiave non è se la banca centrale della Nuova Zelanda stia o meno per tagliare i tassi di interesse, ma se lo stimolo all’economia sarà sufficiente a placare le preoccupazioni circa la debolezza persistente sull’inflazione, secondo quanto affermato dagli economisti di Westpac Bank.
Le previsioni parlano di un taglio ai tassi di interesse con lo scopo di tirare giù la quotazione del dollaro neozelandese e di sostenere un’inflazione ancora troppo bassa, anche se il recente taglio ai tassi di interesse da parte dell’Australia ha dimostrato come un intervento di questo genere possa portare ad un apprezzamento della valuta interna e non ad un deprezzamento. Ma allora quando lo stimolo economico può risultare eccessivo?
Banca centrale Nuova Zelanda: misure necessarie
Tre settimane fa, la banca centrale della Nuova Zelanda - in uno speciale aggiornamento economico - ha affermato che sarà necessario un ulteriore alleggerimento della politica economica per far sì che l’inflazione raggiunga il suo target di riferimento (1-3%).
L’apprezzamento della valuta ha ostacolato l’aumento dei prezzi, con il dollaro neozelandese che ha guadagnato il 6% in più rispetto alle attese della banca centrale, come ha osservato Westpac. Ad oggi, il dollaro neozelandese è salito del 5% in più rispetto al dollaro americano, mentre l’IPC è rimasto invariato da gennaio allo 0,4% su base annua.
Si noti che l’indice dei prezzi al consumo su base annua della Nuova Zelanda ha registrato guadagni inferiori all’1% da dicembre 2014.
Quindi che cosa potrebbe frenare la banca centrale della Nuova Zelanda a tagliare i tassi di interesse nella riunione che si terrà nella serata odierna?
Nuova Zelanda: mercato immobiliare impedisce mosse azzardate
Mosse azzardate da parte della banca centrale della Nuova Zelanda sono ostacolate da diversi fattori.
“Il forte mercato immobiliare è uno dei principali fattori che impediscono una mossa più aggressiva da parte della banca centrale della Nuova Zelanda",
ha spiegato Kathy Lien , direttore strategico di FX alla BK Asset Management. Come per l’Australia, anche il mercato immobiliare della Nuova Zelanda ha mostrato una rinnovata energia. Il prezzo medio nazionale delle case ha toccato quota 500.000 dollari neozelandesi, segnando una crescita annua dell’11%.
“Anche se giugno è generalmente un mese più tranquillo per il mercato immobiliare - poiché apre la stagione invernale - non si è registrata alcuna riduzione dei prezzi in tutto il paese”,
ha affermato Bryan Thomson, portavoce della REINZ neozelandese.
Banca centrale Nuova Zelanda: cosa aspettarsi sui tassi di interesse
Cosa si prevede per la decisione della banca centrale della Nuova Zelanda?
“Se la banca centrale della Nuova Zelanda volesse prendere l’iniziativa, potrebbe decidere di inviare un messaggio forte al mercato con un taglio ai tassi di 50 punti base, ma siamo convinti che al massimo opterà per un taglio di 25 punti base per evitare di rafforzare il mercato immobiliare”,
ha detto la già citata Lien. Le sue previsioni sono tra l’altro condivise sia da molte delle banche più importanti, inclusa Westpac, sia da alcuni sondaggi economici. Un taglio di 25 punti base porterebbe il cash rate (OCR) ad un record negativo del 2%, il che spazzerebbe via i recenti guadagni del dollaro neozelandese.
Ma easyMarkets, piattaforma di trading, ha avvertito che i mercati non dovrebbero escludere del tutto un taglio di 50 punti base, dato l’indebolimento dell’economia. Inflazione stagnante a parte, l’economia della Nuova Zelanda sta infatti osservando una riduzione delle spese effettuate tramite carta di credito e sta assistendo ad una diminuzione degli annunci di lavoro.
Una cosa comunque è certa ed è la propensione della banca centrale della Nuova Zelanda ad effettuare una manovra di alleggerimento dell’economia. Un taglio dei tassi rischia di essere accompagnato da una dichiarazione in cui le banche centrali riconoscono che
“un ulteriore alleggerimento può essere richiesto”,
hanno osservato gli economisti di Westpac. Questi ritengono che la banca centrale agirà attraverso con un ulteriore taglio di 25 punti base nel mese di novembre.
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