OPEC, l’esito della riunione di dicembre: il cartello sul petrolio lascia la produzione invariata e rimanda la decisione al 2016.
Il prezzo del petrolio continua a scendere durante la sessione statunitense di venerdì, dopo che le fonti ufficiali hanno confermato che l’OPEC ha deciso di mantenere la produzione invariata, smentendo le voglio che il cartello economico avesse optato, invece, per un aumento del tetto di produzione.
Il segretario dell’OPEC ha annunciato pubblicamente la notizia, giustificando la decisione sul mantenimento ai livelli attuali della produzione dell’OPEC affermando di voler aspettare che l’outlook sul mercato si faccia più chiaro nel 2016.
I mercati avevano ampiamente previsto che l’OPEC non avrebbe modificato il livello di produzione di petrolio dei Paesi componenti del cartello per sostenere il rialzo dei prezzi. Non sono servite a nulla le pressioni da parte dei membri più poveri e in crisi affinché il prezzo del petrolio torni a livelli accettabili.
Oltre a smentire l’aumento di produzione - voce trapelata qualche ora fa da fonti Reuters - il comunicato dell’OPEC afferma che l’Indonesia è stata reintegrata come membro all’interno del cartello e che El-Badri continuerà a svolgere il ruolo di segretario generale fino a luglio 2016.
La prossima riunione, durante la quale potrebbe arrivare l’annuncio del tanto atteso taglio alla produzione per sostenere la risalita dei prezzi del petrolio, avrà luogo il 2 luglio.
Durante l’intervento dei giornalisti alla breve conferenza stampa, il segretario dell’OPEC afferma che l’argomento produzione non è stato affrontato in modo specifico durante l’incontro.
Alla domanda su cosa avesse deciso l’OPEC sul livello di produzione da mantenere nei prossimi mesi, ha risposto:
«Credo che se dobbiamo dare un numero, sarebbe quello della produzione attuale».
Il segretario ha spiegato che è difficile dare un quantificare la produzione, soprattutto ora che il petrolio iraniano sta per tornare sul mercato.
Il portavoce dell’OPEC parla chiaro, spiegando ai giornalisti che anche se il cartello dovesse decidere per un taglio della produzione, questo non risolverebbe il problema dei bassi prezzi del petrolio e che non c’è la prova che un taglio della produzione del 5% possa fare la differenza.
Il petrolio Brent perde l’-0.75% a 43.51 dollari al barile, dopo aver segnato nuovi minimi ad inizio settimana a $42.43, non lontano dai minimi di 6 anni e mezzo toccati ad agosto.
Il WTI statunitense registra una flessione dell’1.70% a 40.38 dollari al barile (ore 17:38).
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