Perché il prezzo dell’oro continua a salire dopo l’aumento dei tassi della Federal Reserve invece di scendere? Possibile massimo a 1.150 dollari.
Il prezzo dell’oro (XAUUSD) continua a sfidare la gravità, continuando a salire dopo il tanto atteso rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve.
Opinione comune vuole che il prezzo dell’oro scenda quando i tassi di interesse salgono - e questo ciclo avrebbe dovuto avere inizio con l’aumento dei tassi di interesse della scorsa settimana negli Stati Uniti. I tassi più alti aumentano l’attrattiva per gli investimenti a rendimento alternativi e tendono a stimolare il valore del dollaro USA.
Ma il prezzo dell’oro non sta seguendo il copione. Lo ha fatto crollando il giorno dopo la decisione della Fed, colpendo un nuovo minimo di sei anni a quota $ 1.050, ma da allora sta salendo progressivamente, fino ad arrivare a quota 1.080 dollari l’oncia questa mattina.
La maggior parte delle banche di investimento prevedono che il prezzo dell’oro scenderà ancora al di sotto dei 1.000 $ l’oncia, probabilmente nei primi mesi del 2016. Un secondo aumento dei tassi di interesse potrebbe portare rafforzare la realtà di inasprimento della politica monetaria statunitense, e il dollaro potrebbe continuare a salire.
L’inflazione, un altro fattore ad alto impatto sulle quotazioni dell’oro, è probabile che continui a rimanere sottotono con il proseguimento del ribasso dei prezzi del petrolio.
Perché il prezzo dell’oro non scende dopo l’aumento dei tassi USA?
D’altra parte, c’è ancora la possibilità che la Fed rialzi i tassi di interesse solo molto lentamente in risposta alle condizioni di crescita economico e di bassa inflazione. Se dovesse accadere, il dollaro potrebbe tornare a scendere e, dopo tre anni di trend ribassista, le quotazioni dell’oro potrebbero invertire rotta e salire.
Credit Suisse ha previsto che il prezzo dell’oro potrà presto raggiungere dei prezzi sopra quota 1.000 dollari l’oncia fino a 1.150 dollari.
Il dollaro è sta iniziando a rallentare la sua corsa, dopo che i dati hanno mostrato che la crescita dell’economia ha rallentato leggermente nell’ultima versione del PIL USA, sottolineando la necessità che la Fed adotti un ritmo molto lento e graduale per il rialzo dei tassi di interesse.
Inoltre, negli ultimi tempi l’alta volatilità sui titoli azionari ha conferito ancora una volta nuova luce alla caratteristica dell’oro come “bene rifugio”.
Va notato, tuttavia, che la domanda per l’oro è debole e, mentre i volumi degli scambi rimangono alti, il commercio si svolge in un mercato «sottile» dove molti partecipanti hanno già chiuso il proprio portafoglio per il 2015.
Gli asset contenuti nell’ETF sull’oro più grande al mondo sono scesi di nuovo nella giornata di lunedì fino a chiudere ad un minimo di 7 anni.
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