Prezzo oro, previsioni dicembre 2015: peserà più la Fed o l’ISIS?

Lorenzo Monti

26 Novembre 2015 - 16:51

Oro: analisi e previsioni per dicembre 2015: peserà più il rialzo dei tassi di interesse Fed o l’effetto di bene rifugio per paura dell’ISIS?

Prezzo oro, previsioni dicembre 2015: peserà più la Fed o l’ISIS?

L’oro (XAUUSD) al 26 novembre 2015 è negoziato sui mercati a 1071$/oncia, sostanzialmente stabile rispetto al prezzo di riferimento della giornata precedente (+0,06%).
Molti analisti prevedono che il calo della materia prima si rafforzi fino a toccare, se non superare, la quota psicologica di 1.000 dollari l’oncia.
Ma gli attentati di Parigi ad opera dell’ISIS lo scorso 13 novembre potrebbero avere un effetto marcato sull’oro e sostenerne le quotazioni.

Oro, previsioni dicembre: svolta sul futuro della materia prima

Il 2015 è stato un anno fondamentalmente negativo per la quotazione dell’oro sui mercati: al 26 novembre il ribasso da inizio anno è del 9,49%.
Il calo dei prezzi è dovuto sostanzialmente all’apprezzamento del dollaro, con cui la materia prima ha una nota correlazione inversa.

Come possiamo vedere dal grafico che evidenzia l’andamento del dollar index nei confronti dell’oro negli ultimi tre mesi, la correlazione inversa è stata rispettata ad eccezione della fine del mese di settembre, quando le aspettative sul rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed erano state messe in discussione da dati macro USA ben al di sotto delle aspettative e dai timori per la crescita dell’economia mondiale.

Il dollar index invece limitava la sua spinta ribassista a causa della politica sempre più dovish della BCE e del mancato aumento dei tassi da parte della BoE.
Il boom del mercato del lavoro di ottobre negli Stati Uniti comunicato il 6 novembre, con uno stratosferico aumento dei posti di lavoro che ha portato il tasso di disoccupazione al 5,0%, ha consentito all’oro di riprendere il proprio corso ribassista e di toccare un primo minimo periodico a 1.074 il 12 novembre.

Gli attentati terroristici del giorno seguente a Parigi hanno però evidenziato il possibile manifestarsi di tensioni geopolitiche.

In quanto bene rifugio per eccellenza, l’oro è così tornato per breve tempo in orbita 1.100 dollari, per poi aggiornare il proprio minimo annuale a 1.064$ e tornare ad apprezzarsi con l’abbattimento del caccia russo da parte della Turchia il 24 novembre.

In sintesi, sebbene il trend fondamentale che guida il mercato sia ribassista, le possibili tensioni geopolitiche manifestatesi a novembre potrebbero incidere sulla quotazione causandone un apprezzamento.

Il 16 dicembre la Fed si pronuncerà sul possibile aumento dei tassi d’interesse negli USA, ma come analizzato non è detto che questo porti ad un ulteriore rialzo del dollaro e ad una conseguente svalutazione dell’oro.

Da seguire con molta attenzione invece gli sviluppi delle tensioni politiche causate dall’ISIS. Se la situazione non dovesse tornare sotto controllo, gli acquisti di oro sul mercato potrebbero tornare ad essere cospicui.

Oro: analisi tecnica mensile

Le ultime sedute di contrattazioni sul mercato hanno evidenziato una congestione di prezzi tra i livelli d 1.180 e 1.170 dollari.

Nel momento in cui i prezzi usciranno da questo tunnel, i supporti sono individuati a 1.166, minimo annuale del 18 novembre scorso, e successivamente a 1.056$.
Nel caso in cui saranno gli acquisti ad avere la meglio, oltre la resistenza della congestione di 1.080 dollari, da monitorare il livello di 1.088, massimo del 19 e 20 novembre.

Al di sopra di questa resistenza si arriverebbe poi al test di 1.100$, soglia psicologica testata dopo gli attentati di Parigi da parte dell’ISIS.

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