Aumento pensione nel 2020 grazie alla rivalutazione dello 0,40% dell’importo: ecco quanto aspettarsi in più sull’assegno.
Aumenti pensioni nel 2020: sono ormai note le cifre con cui gli assegni in pagamento dal prossimo gennaio verranno rivalutati e solo il Parlamento, che potrebbe rimettere mano alle percentuali di perequazione, potrebbe cambiare le carte in tavola.
Come noto, ogni anno l’importo della pensione percepita viene adeguato all’andamento dell’inflazione nell’ultimo anno; un meccanismo introdotto appositamente per far sì che l’assegno non perda potere d’acquisto.
Nel 2019 il tasso di rivalutazione stimato è stato pari all’1,1%; una percentuale che verrà confermata dall’apposito decreto ministeriale in pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Rispetto a quanto percepito grazie agli aumenti pensioni di quest’anno, quindi, non è in programma alcun conguaglio e di conseguenza non bisognerà restituire alcunché.
Lo stesso decreto ministeriale svelerà la percentuale di rivalutazione stimata per il 2020 dalla quale si partirà per calcolare l’aumento delle pensioni (comprese quelle di invalidità). Tasso che sarà molto più basso rispetto a quello dello scorso anno, complice la variazione dell’indice dei prezzi rilevata dall’ISTAT che questa volta è molto più contenuta.
Tant’è che la percentuale sarà persino più bassa di quella che vi avevamo anticipato qualche settimana fa (0,6%). Nel dettaglio, sembra ormai che il tasso di rivalutazione che verrà indicato nel decreto ministeriale in pubblicazione in Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni sarà pari allo 0,40%.
Gli aumenti per le pensioni, quindi, saranno particolarmente contenuti, tant’è che i pensionati troveranno nel cedolino giusto qualche euro in più rispetto a quanto percepito nel 2019. Ma vediamo nel dettaglio come si calcola l’aumento riconosciuto grazie alla rivalutazione, così da farsi un’idea di quale sarà l’importo della propria pensione nel 2020.
Rivalutazione pensioni 2020: quanto spetta in più sull’assegno
Dopo aver capito che il tasso di rivalutazione per le pensioni pagate dall’Inps nel 2020 sarà pari allo 0,40%, bisogna stabilire effettivamente la misura dell’incremento.
È importante sottolineare, infatti, che le cifre dell’aumento dipenderanno dall’importo attualmente percepito e dalla fascia di riferimento.
Anche nel 2020, infatti, verrà applicato il sistema di rivalutazione introdotto con la Legge di Bilancio 2019 che penalizza gli assegni di importo medio-alti prevedendo per loro una rivalutazione solamente parziale. Questo meccanismo dovrebbe essere rivisto con la Legge di Bilancio attualmente in esame in Parlamento, ma di questo ne parleremo più avanti.
Per adesso concentriamoci su come effettuare il calcolo dell’aumento spettante con la rivalutazione. Il calcolo è molto semplice per coloro che percepiscono una pensione annua inferiore a tre volte il trattamento minimo, visto che per questi la perequazione viene effettuata al 100% del tasso rilevato.
Tutte le pensioni sotto ai 1.500€ circa, quindi, godranno di un aumento dello 0,40%.
Questo significa che:
- pensione minima passerà da 513,01€ a 515,06€;
- una pensione di 1.000€ salirà a 1.004€;
- una pensione di 1.200€ salirà a 1.204,80€;
- una pensione di 1.400€ salirà a 1405,60€.
Lo stesso calcolo verrà effettuato su alcuni trattamenti assistenziali, come ad esempio l’assegno sociale per il quale si passerà dagli attuali 458,00€ a 459,83€.
Il tasso potrebbe non essere dello 0,40% per gli assegni superiori a tre volte il trattamento minimo. La Legge di Bilancio 2019, infatti, ha previsto una rivalutazione parziale (fino al 2021) per gli assegni superiori ai 1.500€ circa.
Nel dettaglio, quando l’importo è compreso tra le tre e le quattro volte il trattamento minimo la rivalutazione è al 97%, quindi per un tasso nel 2020 pari allo 0,38%. Ciò significa che una pensione di 1.800,00€ nel 2020 salirebbe a 1.806,84€.
A scalare, per gli assegni compresi tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo la rivalutazione sarà al 77%, con un tasso dello 0,30%. Una pensione di 2.200,00€ aumenterebbe così a 2.206,60€.
Tra le cinque e le sei volte il trattamento minimo la rivalutazione è al 52%: il tasso di perequazione applicato sulla pensione sarà quindi pari allo 0,20%. Prendiamo come esempio un assegno da 3.200€: l’aumento previsto porterà l’importo a 3.206,40€.
Tra le sei e le otto volte il minimo, la rivalutazione è invece al 47%, con un tasso quindi dello 0,18% (circa). Una pensione di 4.000,00€, quindi, salirebbe di appena 7,20€.
Infine, tra le otto e le nove volte il minimo siamo al 45%, con un tasso pari esattamente allo 0,18%, mentre sopra le nove volte la rivalutazione è al 40% con un tasso applicato sugli assegni pari allo 0,16%.
Rivalutazione e aumenti delle pensioni: cosa potrebbe cambiare nel 2020
Ricordiamo però che nella Legge di Bilancio 2020 potrebbero esserci alcune modifiche all’attuale sistema di rivalutazione. Nel dettaglio la maggioranza sta riflettendo sulla possibilità di rivalutare al 100% tutti gli assegni che non superano di cinque volte il trattamento minimo.
Le prime tre fasce sarebbero così riassunte in una sola, nella quale sarebbero compresi tutti gli assegni che non superano i 2.500€ circa.
Per capire cosa cambierebbe prendiamo un assegno di 2.200€ che come abbiamo visto in precedenza con le attuali regole salirebbe a 2.206,60€. In caso di rivalutazione piena l’aumento sarebbe appena più consistente: la pensione, infatti, sarebbe pari a 2.208,80€.
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