Sono diverse le ipotesi al vaglio del governo per favorire l’uscita anticipata dal lavoro dei lavoratori prossimi alla pensione. Ecco le principali.
Il tema delle pensioni continua a essere un tema caldo per il Governo che sta vagliando diverse ipotesi per consentire l’uscita anticipata dal mondo del lavoro, e quindi una maggiore flessibilità in uscita, da inserire nella legge di stabilità 2016.
Ecco le possibili soluzioni.
Pensioni, uscita a 62 anni con assegno più basso
Una delle ipotesi al vaglio del Governo per favorire l’uscita dal lavoro è quella che prevede la possibilità di variare l’età del pensionamento rispettando il minimo contributivo a patto che l’importo dell’assegno sia pari almeno a 1,5 volte l’importo di quello sociale.
Sulla base di questo progetto chi si ritira dal lavoro prima di aver compiuto i 66 anni subisce un taglio di due punti percentuali dall’importo del trattamento per ogni anno di anticipo, arrivando a un massimo dell’8 per cento. Il taglio si riduce se si vantano più di 35 anni di contributi.
Pensioni, la staffetta generazionale
Un’altra delle ipotesi al vaglio del governo è quella della cosiddetta staffetta generazionale che prevede l’uscita graduale dal lavoro dei lavoratori che abbiano maturato i requisiti pensionistici per favorire l’ingresso dei giovani.
Tale soluzione prevede la riduzione dell’orario di lavoro per quei lavoratori che hanno maturato i requisiti per andare in pensione: in questo modo gli stessi beneficiano di una pensione ridotta e uno stipendio per la prestazione lavorativa svolta. La soluzione sarebbe particolarmente ottimale per l’Inps che erogherebbe assegni pensionistici di importo ridotto, e continuerebbe a percepire i contributi sugli stipendi pagati.
Pensioni, età più contributi
Un’altra delle proposte studiate per favorire la flessibilità in uscita dei lavoratori prossimi alla pensione è quella di stabilire la possibilità di pensione anticipata al raggiungimento di una certa età abbinata al raggiungimento di un certo numero di anni di contribuzione.
Pensioni, ricalcolo degli assegni in base ai contributi versati
La possibilità di garantire una maggiore flessibilità in uscita potrebbe anche passare dal ricalcolo degli assegni pensionistici utilizzando il metodo contributivo. Tale soluzione non sembra essere nelle intenzioni del governo; tuttavia l’Inps, grazie all’impegno del presidente Tito Boeri, ha cercato di sensibilizzare sull’argomento inaugurando l’operazione trasparenza che ha segnalato il numero di trattamenti pensionistici erogati che risultano essere di importo superiore rispetto ai corrispettivi contributi versati.
Pensioni, calcolo contributivo e bonus figli
Per favorire l’uscita dal lavoro delle donne sono state presentate due proposte di legge che offrono due soluzioni in tal senso.
La prima è quella di consentire l’uscita dal lavoro della donna con 35 anni di contributi e al raggiungimento del 57° anno di età, purché l’assegno pensionistico venga calcolato esclusivamente attraverso il metodo contributivo.
La seconda ipotesi al vaglio del governo prevede la possibilità offerta alla donna lavoratrice di anticipare la pensione se vi sono figli.
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