Pensioni, part time per chi ha 63 anni. Ecco come funziona

Stefania Manservigi

18 Ottobre 2015 - 10:53

Nella Legge di Stabilità 2016 è stata introdotta una norma che permette ai lavoratori che abbiano compiuto 63 anni di lavorare part time negli ultimi 3 anni. Vediamo nello specifico come funziona.

Pensioni, part time per chi ha 63 anni. Ecco come funziona

I lavoratori prossimi alla pensione potranno lavorare part time gli ultimi tre anni prima dell’uscita dal lavoro senza subire penalizzazioni sull’assegno pensionistico che percepiranno.
E’ questo quanto previsto nella Legge di Stabilità 2016: un piccolo assaggio della riforma delle pensioni che dovrà essere studiata nei prossimi mesi dal governo.
Se, infatti, è stata rimandata per ora ogni decisione sulla flessibilità in uscita, nella legge hanno comunque trovato posto alcuni interventi in tema di pensioni.
Per approfondire leggi anche: Pensioni, ultime notizie: opzione donna, esodati, part time e no tax area, le novità nella legge di Stabilità 2016

Ma come funziona il contratto part time per chi è prossimo alla pensione? Di seguito un breve approfondimento sull’argomento.

Pensioni, chi può accedere al part time?
Per prima cosa è opportuno capire chi è interessato dal programma sperimentale di part time volontario e incentivato introdotto con la Legge di Stabilità 2016.
L’intervento riguarda, infatti, i lavoratori dipendenti del settore privato con circa tre anni mancanti al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.
Questo significa che dal 1 gennaio 2016 potranno fare richiesta di part time i lavoratori che abbiano compiuto 63 anni e 7 mesi di età, accordandosi con l’azienda per un orario ridotto dal 40 al 60%.
I lavoratori che decideranno di optare per il regime part time avranno il diritto di mantenere uno stipendio pari al 65% circa dell’ultima busta paga intera percepita.
Per ora, dunque, il regime part time riguarda solo i lavoratori del settore privato e non i dipendenti pubblici.

Pensioni, come funziona il part time?
La legge di Stabilità 2016 regola anche il funzionamento del regime part time introdotto per chi è prossimo alla pensione e decide di richiedere una riduzione dell’orario di lavoro.
La scelta di optare per il regime part time gli ultimi tre anni di lavoro prima dell’uscita non comporta nessuna penalizzazione sull’assegno pensionistico che percepirà il lavoratore. L’azienda, infatti, continuerà a pagare in busta paga la quota di contributi che avrebbe versato all’Inps in caso di contratto a tempo pieno, mentre i contributi figurativi verranno versati dallo Stato che, secondo le indiscrezioni, avrebbe messo a disposizione circa 100 milioni di euro a tal proposito.
Perciò il lavoratore che abbia firmato l’accordo con l’azienda per lavorare part time gli ultimi 3 anni prima della pensione, non subirà penalizzazioni sull’importo futuro dell’assegno pensionistico.

Pensioni, quali sono i vantaggi del part time?
Pur non essendo prevista nessuna norma che garantisca l’accesso alla pensione anticipata, il regime part time introdotto con la Legge di Stabilità 2016 comporta una serie di vantaggi.
Le aziende, infatti, trovandosi a pagare stipendi ridotti potrebbero essere maggiormente incentivate ad assumere nuovo personale favorendo in questo modo la staffetta generazionale. I lavoratori prossimi alla pensione, invece, pur non anticipando l’uscita dal lavoro, potranno ridurre l’orario negli ultimi anni.

Per ogni maggiore dettaglio, in ogni caso, occorre attendere il decreto ministeriale che definirà i dettagli attuativi dell’intervento.

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