Pensioni: novità per l’anticipo con il decreto Sostegni bis in Gazzetta Ufficiale e in vigore. Viene modificato il contratto di espansione con un allargamento della platea delle aziende che possono accedervi e che figura anche come scivolo pensionistico fino a 5 anni. Vediamo cosa cambia e quanto si perde sull’assegno.
Pensioni: per l’anticipo, e non solo, novità in arrivo con il decreto Sostegni bis n.73 del 25 maggio in vigore da oggi con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Sono confermate di fatti le anticipazioni dei giorni scorsi e viene introdotta la modifica del contratto di espansione con il nuovo testo del governo da 40 miliardi di euro. Lo strumento permette tra le altre cose uno scivolo per la pensione fino a 5 anni.
La modifica del contratto di espansione consente l’accesso allo strumento, previsto anche per l’anticipo della pensione, alle piccole e medie imprese. Dopo le richieste delle parti sociali si abbassa così la soglia per l’accesso al contratto di espansione alle aziende con almeno 100 dipendenti.
Ricordiamo che la Legge di Bilancio 2021, solo per l’anno in corso, ha portato la soglia a 500 unità per avviare percorsi di riorganizzazione e reindustrializzazione, dalle 1.000 previste dal decreto Crescita che ha introdotto la misura, e a 250 unità per la pensione in anticipo fino a 5 anni che può avvenire tuttavia a determinate condizioni.
La Legge di Bilancio 2021 ha introdotto il comma 1-bis all’articolo 41 del decreto legislativo del 14 settembre 2015, n. 148. Ora il decreto Sostegni bis modifica proprio quel comma. Vediamo allora cosa cambia e come e quanto si perde sulle pensioni.
Pensioni: per l’anticipo novità con il contratto di espansione
Per le pensioni arrivano novità con il decreto Sostegni bis e in particolare con la modifica al contratto di espansione che viene esteso anche alle imprese con almeno 100 dipendenti.
Si abbassa la soglia della Legge di Bilancio 2021 di 250 dipendenti, e 500 per la riorganizzazione aziendale, che viene portata a 100 con l’articolo 39 - Disposizioni in materia di contratto di espansione. Con il contratto di espansione così modificato si vorrebbe pertanto aiutare le imprese che dovranno tra le altre cose anche affrontare lo sblocco dei licenziamenti.
Le pensioni possono così essere anticipate fino a 5 anni con questo strumento, con un’uscita a 62 anni, rispetto a quella di vecchiaia di 67 anni, ampliando con la novità del decreto Sostegni bis la platea dei beneficiari.
Ricordiamo che fino a ieri, prima della modifica del decreto Sostegni bis, il contratto di espansione, che va stipulato in sede governativa con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e con sindacati e le loro rappresentanze sindacali aziendali, è servito:
- alle aziende con almeno 500 dipendenti (modifica Legge di Bilancio 2021) per avviare percorsi di riorganizzazione e reindustrializzazione con il ricorso alla cassa integrazione straordinaria con una riduzione dell’orario di lavoro di almeno il 30%;
- per l’anticipo sulla pensione con uno scivolo a determinate condizioni (aziende con almeno 250 dipendenti).
Ora viene tutto riportato a 100. Con il contratto di espansione un lavoratore che si trovi almeno a 60 mesi (5 anni) dalla pensione di vecchiaia o dalla anticipata, può ottenere lo scivolo per la pensione.
Pensioni: ecco quanto si perde con il contratto di espansione
Per le pensioni in anticipo con il contratto di espansione quanto si perde? Perché a riportare il taglio sull’assegno è stato recentemente Il Sole 24 Ore sulla base delle simulazioni effettuate dallo studio DeFusco e Partners.
Andare in pensione con lo strumento che si va a modificare con il decreto Sostegni bis determina una perdita netta media per fasce di retribuzione tra 30mila e 50mila euro (rispetto quindi all’ultimo stipendio):
- del 16% netto per un anno di anticipo;
- per ogni anno di anticipo 50 euro al mese;
- del 27% per chi è a 5 anni dalla pensione.
La riduzione media mensile della pensione per il lavoratore, rispetto invece alla pensione piena di vecchiaia, sarebbe dell’8,5%.
Nel dettaglio la perdita media mensile per chi si congeda in anticipo con il contratto di espansione rispetto alla pensione piena è di:
- 120 euro per la retribuzione annua lorda di 30mila euro;
- 139 euro per la retribuzione annua lorda di 35mila euro;
- 145 euro per la retribuzione annua lorda di 40mila euro;
- 158 euro per la retribuzione annua lorda di 45mila euro;
- 168 euro per la retribuzione annua lorda di 50mila euro.
La perdita cambia a seconda che l’anticipo della pensione avvenga a 1 anno o a 5 anni dal raggiungimento dei requisiti per quella di vecchiaia:
- in caso di retribuzione annua lorda di 30mila euro si va dai 40 euro ai 160 euro;
- in caso di retribuzione annua lorda di 40mila euro si va dai 60 euro ai 180 euro;
- in caso di retribuzione annua lorda di 50mila euro si va dai 100 euro ai 210 euro.
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