Il prezzo dell’argento torna a quota $17 dopo tre settimane, nel tentativo di chiudere l’anno a testa alta: vediamo cosa aspettarci in vista del 2017.
La quotazione dell’argento si riaffaccia sopra i $17 dopo averli abbandonati a metà novembre, in una delle migliori giornate del post-elezioni USA.
La vittoria di Trump ha costituito un punto di inversione per molti dei principali beni rifugio, con gli investitori che si sono riversati sul dollaro e sui mercati azionari.
Il destino dei metalli preziosi è stato quindi quello di riassorbire buona parte dell’ottima performance del 2016, ad esclusione del solo palladio.
Ad una settimana dalla riunione Fed è bene fare il punto sulle possibilità di ripresa dell’argento, viste le rilevanti ragioni che fanno credere ad un 2017 di riscatto per questa parte finale dell’anno.
Dopo aver visto la view di Morgan Stanley sui bancari per il 2017, veniamo ora al destino atteso per il prezzo dell’argento, nei confronti del quale è bene non smettere di credere.
Prezzo argento e previsioni 2017: 3 ragioni per attendere un riscatto
Il prezzo dell’argento nei primi sei mesi dell’anno ha surclassato ogni altro asset del mercato con una performance di oltre il +50%, passando da $13,8 ai $21,1.
Da lì un periodo di naturale ritracciamento che ha visto poi un corposo ridimensionamento del rialzo annuale dopo l’elezione di Trump, a causa della quale ha perso oltre il -13%.
Il cambio di preferenze degli investitori e la convinzione che la Fed rialzerà i tassi di interesse nella riunione del prossimo 14 dicembre hanno portato ad un crollo dei beni rifugio, in particolare proprio argento e oro.
Il rapporto che lega queste due importanti commodities, la ratio, è la prima ragione che porta a pensare ad una ripresa del prezzo dell’argento.
Durante lo scorso secolo essa infatti è stata in media pari a 47 a 1, mentre ora si attesta su un rapporto di 71 a 1. La proporzione tra i due principali metalli preziosi è quindi radicalmente cambiata e, secondo alcuni analisti, questa importante alterazione potrebbe essere la premessa ad una performance nel futuro che veda l’argento recuperare terreno nei confronti dell’oro, così da riequilibrare il livello di ratio “naturale”.
A sostegno di questo scenario, inoltre, ci sono proprio i movimenti di queste ultime settimane, dove l’argento è riuscito a reggere l’impatto in maniera più convincente e a perdere meno terreno di quanto non abbia fatto il fratello maggiore.
La seconda ragione indaga la possibilità che nel futuro le stesse cause del ribasso dello scorso mese possano favorire il movimento contrario.
Nonostante la Fed possa rialzare i tassi di interesse, dopo che ha trovato il sostegno delle politiche che Trump è pronto a mettere in atto dal punto di vista fiscale e di spesa pubblica, non bisogna dimenticare che da gennaio il neo eletto si insedierà alla Casa Bianca.
Da un punto di vista politico, diplomatico e di rapporti internazionali permangono ancora molti dubbi riguardo la tranquillità che Trump sarà in grado di restituire al mondo degli investimenti.
Un ritorno di incertezza nei confronti della sua figura potrebbe alimentare nuovi periodi di rialzo per i beni rifugio, allo stesso modo di quello che è accaduto, al ribasso, con la sua vittoria alle presidenziali.
Infine la terza ragione guarda al grande vantaggio che l’argento ha rispetto all’oro, ovvero al suo utilizzo all’interno del settore industriale.
Secondo il 2016 World Silver Survey l’offerta di argento è in deficit negli ultimi tre anni, con un aumento anche durante il corso del 2015.
La reazione nella prima parte del 2016 è stata infatti chiara, ma rimane ancora presente un forte disequilibrio tra domanda e offerta nel mondo.
A questo si deve poi aggiungere l’aumento della domanda di argento fisico e il suo utilizzo sempre più intensivo all’interno dell’industria della gioielleria e nei sistemi ad energia solare, le cui previsioni di settore prevedono un incremento della domanda nel prossimi 4 anni.
Le ragioni quindi non mancano per credere ad un 2017 di ripresa. La riunione Fed della prossima settimana potrebbe quindi rappresentare uno degli ultimi ostacoli per l’altalenante 2016 dell’argento.
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