Quantitative easing: ecco perché le nuove misure stanno funzionando

Stefania Manservigi

12/03/2015

Quantitative easing e ripresa economica: la strategia di Draghi sta funzionando? Vediamo perché sì.

Quantitative easing: ecco perché le nuove misure stanno funzionando

Il Quantitative easing starebbe già producendo i suoi frutti. E’ quanto afferma Mario Draghi, Presidente della Banca centrale europea (Bce), che ha più volte ribadito la validità delle misure adottate che fungono da stimolo per la ripresa economica.
In cosa consiste il Qe (Quantitative easing) sostenuto da Draghi? La Bce, a partire da marzo, ha iniziato ad acquistare titoli di stato nella zona Euro per circa 60 miliardi di euro al mese immettendo, quindi, una forte liquidità sul mercato.
Ma il Quantitative easing sta davvero portando ai miglioramenti annunciati dal Presidente della Bce?
Vediamo quali sono i segni che stanno dando ragione a Draghi.

Spread ai minimi
Il primo effetto fatto registrare dal Quantitative easing è sicuramente l’abbassamento degli spread, ossia dei differenziali di rendimento tra i titoli di stato dei paesi periferici e quelli della Germania.
Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco è sceso al di sotto dei 90 punti arrivando a toccare gli 84, come non succedeva dal 2008, anno che ha segnato l’inizio della crisi economica.
Cosa comporta il calo dello spread ai minimi storici? Permette all’Italia (ma non solo) di pagare meno interessi sul proprio debito, con un risparmio annuo di 4 – 6 miliardi di euro.

Euro in ribasso
Un altro effetto del Quantitative easing è il ribasso delle quotazioni dell’euro sul mercato valutario. Perché? La moneta europea si sta deprezzando in quanto il denaro immesso sul mercato dalla Bce viene utilizzato in parte da operatori che lo utilizzano per acquistare attività estere, denominate in dollari e altre valute. Ad oggi, l’euro ha raggiunto un rapporto di cambio con il dollaro pari a 1.
Conseguenze del ribasso delle quotazioni dell’euro si avranno sul versante delle esportazioni: la moneta debole, infatti, consentirà ai Paesi dell’eurozona di vendere i propri prodotti all’estero con più facilità provocando una spinta per l’economia.

Incentivo per le banche
L’immissione di liquidità sul mercato causata dal Quantitative easing permetterà alle banche, inoltre, di disfarsi dei titoli di Stato e di investire in attività finanziarie e in attività reali. Vedendo rafforzato, dunque, il patrimonio degli istituti di credito gli stessi potrebbero essere stimolati a riaprire il credito a imprese e famiglie.

Inflazione
Uno degli effetti ancora non realizzato dal Quantitative easing ma posto nei piani di Draghi tra gli obiettivi, è quello dell’inflazione. Una ripresa dell’economia, infatti, può dare una spinta ai consumi e, di conseguenza, all’aumento dei prezzi.
Il Quantitative easing di Draghi si pone come obiettivo quello di portare l’inflazione europea al 2%.

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