Reddito di cittadinanza, controlli al via: chi rischia carcere e sanzioni, come funzionano

Teresa Maddonni

12 Novembre 2019 - 13:01

Per i beneficiari del reddito di cittadinanza scattano controlli sempre più stringenti, che comportano sanzioni e il carcere fino a 6 anni.

Reddito di cittadinanza, controlli al via: chi rischia carcere e sanzioni, come funzionano

Per il reddito di cittadinanza e chi ne beneficia al via i controlli che, come annunciato, saranno sempre più stringenti e porteranno con loro sanzioni e, in alcuni casi, la reclusione in carcere fino a 6 anni.

Già in estate una circolare dell’Istituto Nazionale del Lavoro (INL) aveva reso note le disposizioni per scovare e sanzionare i furbetti e la ministra del Lavoro Catalfo ha di recente annunciato ulteriori azioni a tappeto.

L’INPS in prima istanza, con INL e Guardia di Finanza, si impegnano a vigilare e sanzionare chi percepisce il reddito di cittadinanza indebitamente con controlli capillari. Ma come funzionano? Chi è a rischio sanzioni e carcere?

Reddito di cittadinanza: come funzionano i controlli

Per i furbetti del reddito di cittadinanza che lo percepiscono indebitamente sono annunciati maggiori controlli, ma come funzionano?

Ormai la cronaca ci ha abituati a casi di persone che, avendo fatto domanda per il reddito di cittadinanza, lo hanno ottenuto, ma hanno continuato l’attività lavorativa o percepiscono reddito altro attraverso azioni illecite - un recente esempio arriva dalla nuova truffa scoperta dalla Guardia di Finanza a Frosinone.

Il primo attore nei controlli per chi percepisce il reddito di cittadinanza è l’INPS. Dell’1,5 milioni di domande ricevute dall’Istituto di previdenza da quando è stato introdotto il sussidio, solo 982mila sono state accolte e 415mila quelle respinte.

Insieme all’INPS la prima fase dei controlli è affidata all’Agenzia delle Entrate:

  • l’INPS verifica la sussistenza dei requisiti necessari per percepire il reddito di cittadinanza da chi ne ha fatto domanda;
  • in un secondo momento l’INPS può richiedere al Caf l’ISEE del richiedente per un ricalcolo qualora vi siano elementi mancanti e non congruenti con quanto dichiarato in prima istanza dall’aspirante beneficiario;
  • l’Agenzia delle Entrate può intervenire qualora persistano delle incongruenze nella domanda consultando i propri database.

Questa è appunto la fase preventiva dei controlli che è già avvenuta e che ha portato al respingimento di moltissime domande. È in un secondo momento che può intervenire la Guardia di Finanza insieme all’Ispettorato Nazionale del Lavoro per chi il reddito di cittadinanza lo sta già percependo.

Reddito di cittadinanza: cosa controllano Guardia di Finanza e INL

L’azione dell Guardia di Finanza si basa anche e soprattutto su un lavoro di collaborazione con l’INPS. Infatti nelle scorse settimane sono stati 600mila i profili di beneficiari «a rischio» i cui nominativi sono stati trasmessi all’autorità competente per i controlli del caso.

All’Ispettorato Nazionale del Lavoro spetta principalmente l’attività di vigilanza nella fase successiva all’erogazione del beneficio. L’INL deve controllare principalmente:

  • membri del nucleo familiare che continuano a prestare lavoro in nero;
  • mancata comunicazione da parte del beneficiario della mutata situazione reddituale durante l’acquisizione del sussidio.

Controlli reddito di cittadinanza: sanzioni e carcere. Ecco per chi

Come ha annunciato la ministra del Lavoro Catalfo i controlli sui beneficiari del reddito di cittadinanza saranno sempre più stringenti e già l’azione sinergica di INPS, Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate e INL sta dando i propri frutti. Ma chi è a rischio sanzioni e carcere?

È di pochi giorni fa l’annuncio dell’INPS della possibilità per le aziende di fare domanda per il bonus assunzione ed è proprio questo che rende necessario un controllo sempre più capillare sul sistema del reddito di cittadinanza. I beneficiari a rischio sono, come si legge nella circolare INL:

  • chi fa dichiarazioni mendaci e presenta documenti falsi oppure omette informazioni necessarie solo per beneficiare del sussidio;
  • chi, per mantenere il sussidio, non comunica tempestivamente variazioni nel proprio patrimonio anche qualora questo sia dovuto ad attività illecite.

Infatti il reddito di cittadinanza, come rivela la circolare dell’INL, decade:

  • quando uno dei componenti del nucleo familiare che percepisce il sussidio viene trovato a svolgere un’attività lavorativa come dipendente o collaboratore senza aver prima comunicato la variazione del proprio status occupazionale alle autorità competenti;
  • quando il beneficiario non dichiara entro 30 giorni la variazione della propria situazioni e dunque l’inizio di attività di impresa o lavoro autonomo continuando a percepire in modo indebito il sussidio.

Inoltre sempre l’INL dichiara che «qualora intervenga la condanna in via definitiva o applicazione della pena» non solo è previsto il carcere, ma «l’INPS può disporre l’immediata revoca del beneficio con efficacia retroattiva» e dunque la restituzione di quanto è stato percepito indebitamente.

Inoltre la revoca può essere disposta dall’INPS con efficacia retroattiva quando si “accerta la non corrispondenza al vero delle dichiarazioni e delle informazioni poste a fondamento dell’istanza" e dunque qualora il beneficiario del reddito di cittadinanza non abbia comunicato la variazione del reddito, patrimonio e la composizione del nucleo familiare.

Per quanto riguarda le pene, come si legge nella circolare INL, non solo è prevista la decadenza e revoca con la restituzione di quanto percepito con il reddito di cittadinanza, ma anche il carcere.

Infatti, come disposto dalla legge, per chi utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere e omette informazioni dovute è prevista la pena detentiva da 2 a 6 anni in fase di presentazione della domanda.

È prevista invece, sempre in merito ai divieti e relative sanzioni, la reclusione in carcere da 1 a 3 anni per chi non comunica la variazione della situazione del patrimonio anche se proveniente da attività irregolari dopo che il reddito di cittadinanza è stato percepito.

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