Referendum, Grecia divisa. Varoufakis «Creditori terroristi»

Stefania Manservigi

4 Luglio 2015 - 22:45

Alla vigilia del referendum che si terrà in Grecia per decidere se accettare o no l’austerità imposta dai creditori internazionali, si accende il clima nel paese ellenico diviso tra chi parteggia per il sì e chi per il no. Il ministro Varoufakis sentenzia: «Creditori terroristi»

Referendum, Grecia divisa. Varoufakis «Creditori terroristi»

Alla vigilia dello storico referendum a cui è chiamato il popolo greco che dovrà decidere se accettare o meno le misure di austerità proposte dai creditori internazionali, la Grecia si divide tra chi parteggia per il sì e chi sostiene invece il no.
A spezzare l’atmosfera di sospensione e incertezza che ha avvolto il paese ellenico è stato il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis che, in un’intervista a El Mundo, ha fatto il punto sulla situazione parlando anche dell’Europa.
Ecco cosa ha detto il ministro.

Referendum Grecia, Varoufakis: «Creditori terroristi»

«Quello che i creditori stanno facendo con la Grecia ha un nome solo: terrorismo».

E’ quello che ha detto il ministro greco Varoufakis, intervistato da El Mundo per parlare della situazione della Grecia.

«Quello che posso dire è che tutto quello che sta accadendo in Grecia in questi giorni lo avevano preparato fin dall’inizio, che già 5 mesi fa era pronto un piano per farla finita con un governo che non accettava di farsi ricattare dall’establishment europeo».

Il ministro delle Finanze ellenico, inoltre, ha ribadito la sua convinzione che se vincerà il no il primo ministro Alexis Tsipras si recherà lunedì a Bruxelles, firmerà un accordo probabilmente non fantastico ma sicuramente migliore di quello proposto dai creditori internazionali. E, come conseguenza di questo eventuale accordo, il giorno successivo le banche verranno riaperte.

«Nella mia prima riunione dell’Eurogruppo il presidente Jeroen Dijsselbloem mi ha detto chiaramente che avevamo solo due opzioni: firmare l’accordo che il precedente governo aveva accettato o affrontare la fine del programma di aiuti. Gli ho chiesto se mi stesse minacciando con il Grexit nella nostra prima riunione. Perché sappiamo tutti che tagliare il programma di aiuti significava obbligarci a chiudere le banche.»

Varoufakis non ha lesinato poi giudizi sull’Europa.

«Questa Europa non ama la democrazia. Se ci avessero concesso una piccola estensione al programma di aiuti avremmo svolto il referendum con le banche aperte, invece ci hanno costretto a chiuderle. E perché lo hanno fatto? Per instillare la paura nella gente. Questo fenomeno si chiama terrorismo. Però io confido che la paura non vincerà»

Grecia, prelievo forzoso: per Varoufakis si tratta di voci maliziose
Intanto ad incendiare il già caldo clima greco sono anche le indiscrezioni rese note dal Financial Times secondo il quale le banche greche starebbero preparando dei piani di emergenza che comprendono un prelievo forzoso sui conti correnti nel caso in cui la crisi si avviti.
Il piano ricalcherebbe quello varato da Cipro nel 2013 sui depositi superiori ai 100mila euro, che risulta essere la soglia protetta dalla direttiva Ue sul risparmio.
A commentare questa notizia è stato proprio il ministro Varoufakis che, attraverso il suo account Twitter, ha affermato:

«L’articolo del Financial Times su un possibile prelievo forzoso dei conti si basa su voci maliziose che l’Associazione delle Banche Greche ha smentito questa mattina».

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