Riforma della Pa, ma anche lotta alla corruzione nei lavori pubblici. Ecco tutti i provvedimenti che cambiano le regole su appalti e opere pubbliche
Nel decreto, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che riforma la pubblica amministrazione un corposo capitolo è dedicato agli appalti e alla regole anticorruzione. Con la riforma della Pa si introducono novità che riguardano l’Autorità Nazionale anticorruzione guidata da Cantone, modalità per l’assegnazione di appalti e il commissariamento di aziende indagate per reati contro la Pa.
Il decreto, firmato nella tarda serata di ieri da Napolitano, è suddiviso in due parti: una dedicata alla pubblica amministrazione e ai lavoratori statali e un altro testo, rinominato decreto crescita, con norme a favore delle Pmi.
Vediamo quali sono le norme che riguardano gli appalti e la lotta alla corruzione, il cancro dei lavori pubblici in Italia.
Anticorruzione ed Expo 2015
Il decreto sulla Pa punta a combattere la corruzione con un riordino della vigilanza sui lavori pubblici: abolita l’attuale Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici (Avcp) e trasferimento immediato di competenze all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) guidata da Raffaele Cantone il quale avrà compiti di alta sorveglianza e garanzia della correttezza delle procedure per la realizzazione delle opere legate Expo Milano 2015. Per svolgere tale compito l’Anac si avvale di un’apposita unità operativa speciale, composta da personale proveniente dal corpo della Guardia di Finanza.
Commissariamento
Il decreto prevede anche il commissariamento di aziende coinvolte in indagini sulla corruzione o altri delitti contro la Pubblica amministrazione, il fine è quello di concludere le opere iniziate allontanando però le aziende sospettate di infrangere la legge. Il commissariamento potrà avvenire con la sostituzione del soggetto coinvolto nelle indagini o con l’assunzione straordinaria della gestione diretta, ma sarà comunque limitato «alla completa esecuzione del contratto d’appalto».
Varianti in corso d’opera
Una delle novità più interessanti riguarda l’obbligo per le stazioni appaltanti di comunicare all’Autorità nazionale anticorruzione le varianti in corso d’opera relative ai progetti per i lavori pubblici. Sono proprio le varianti in corso d’opera a comportare oggi l’aumento sconsiderato dei costi per la realizzazione dei lavori e l’allungamento dei tempi per il loro compimento. Le varianti andranno trasmesse insieme al progetto esecutivo; sono escluse da questo obbligo le varianti dovute a modifiche legislative e normative e quelle dovute a errori o omissioni nel progetto.
Contenzioso su appalti: rito semplificato
La riforma della Pa prevede entro 3 mesi dalla sua pubblicazione in Gu di avviare la sperimentazione del processo amministrativo telematico. La riforma prevede anche l’introduzione del rito semplificato per i contenziosi sugli appalti pubblici e il deposito della sentenza entro 20 giorni dalla decisione.
Altra norma importante per evitare inutili perdite di tempo nei lavori pubblici è la possibilità di infliggere pene pecuniarie contro l’abuso di processo, ovvero contro coloro che iniziano delle cause chiaramente dilatorie. Il giudice avrà la facoltà di condannare una parte al pagamento di una somma «equitativamente determinata».
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