Scuola, al via la riforma del sostegno: il Consiglio dei Ministri ha approvato la delega prevista dalla Buona Scuola. Ecco come cambia il ruolo dell’insegnante del sostegno e tutte le novità della riforma.
Scuola, approvata la delega con cui si darà il via alla riforma del sostegno; ecco tutte le novità che riguarderanno uno dei settori più delicati della scuola italiana.
Tra le 8 deleghe della Buona Scuola approvate lo scorso sabato dal Consiglio dei Ministri, c’è anche quella che riforma il sostegno. Questa punta ad un cambiamento notevole nell’inclusione dei disabili nel sistema educativo italiano, soprattutto tramite una formazione maggiore per gli insegnanti di sostegno. Insomma, meno burocrazia e docenti più preparati, ma anche una certezza dei servizi tramite una razionalizzazione delle risorse.
La riforma del sostegno però non è ancora in vigore. Adesso la delega sul sostegno dovrà essere esaminata in commissione e solo dopo l’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri sarà operativa. Quello di sabato è comunque uno step importante, poiché c’era il rischio concreto che la riforma sul sostegno non venisse mai approvata. Infatti, il tempo a disposizione del Governo per l’approvazione delle deleghe previste dalla Buona Scuola scadeva oggi, lunedì 16 gennaio.
Il testo della delega, che probabilmente verrà leggermente modificato con il passaggio in commissione, include dei provvedimenti sia per gli alunni con DSA (Disturbo specifico di apprendimento) che per gli alunni con Bisogni educativi speciali (BES). Qualsiasi alunno che trova difficoltà nell’inserimento a scuola sarà seguito grazie alle novità introdotte con la riforma del sostegno. Il tutto naturalmente avverrà con l’aiuto costante delle famiglie, delle associazioni, degli operatori e dei territori.
In attesa del bando per il TFA Sostegno, quindi, vediamo quali sono le novità che presto verranno introdotte nella scuola italiana per migliorare l’inclusione scolastica degli alunni in difficoltà.
Per un approfondimento su come cambieranno le procedure per diventare insegnanti di sostegno e sui titoli richiesti vi consigliamo di leggere: Come diventare insegnante di sostegno? Requisiti, abilitazione TFA e novità della riforma.
Riforma del sostegno, le novità della delega approvata dal Consiglio dei Ministri
Il progetto sviluppato dal Miur riguardo alla riforma del sostegno si basa su quattro principi cardine:
- formazione degli insegnanti e continuità educativa;
- garanzia dei diritti degli alunni;
- migliore organizzazione territoriale;
- rapporto con le famiglie.
Con la riforma, l’assegnazione degli insegnanti di sostegno resterà a carico dello Stato. Questo inoltre si occuperà anche della gestione del personale ATA specializzato per l’assistenza igienica, una delle competenze che al momento è ancora in mano agli enti locali.
Gli enti locali, invece, continueranno ad occuparsi dell’assistenza per l’autonomia, la comunicazione e il trasporto.
Contestualmente è prevista una semplificazione della procedura con cui ottenere la certificazione della disabilità, per cui ad oggi ci vogliono diversi mesi. Questo sarà possibile grazie alla modifica della commissione medica che certifica l’handicap e tramite la definizione di criteri chiari per la certificazione.
Inoltre, è previsto un ribaltamento del criterio con cui verranno assegnate le risorse. Infatti, non è detto che la gravità della disabilità dell’alunno debba per forza determinare i suoi bisogni; quindi bisognerà capire nel concreto di cosa ha veramente bisogno prima di agire.
Ad esempio, un bambino in carrozzina potrebbe non aver bisogno di un insegnante di sostegno, ma semplicemente di un ambiente senza barriere architettoniche e di un assistente all’autonomia.
A differenza di quanto accade oggi, la scuola parteciperà alla stesura del PEI (il Piano educativo individuale), lo strumento con cui vengono stabilite le risorse da assegnare alle scuole.
Una parte fondamentale della riforma riguarda la preparazione degli insegnanti di sostegno. Infatti, per ottenere la specializzazione su sostegno bisognerà ottenere ben 120 crediti formativi universitari. Ma anche per gli insegnanti di sostegno già assunti ci sarà l’obbligo di formazione sulle problematiche dell’inclusione, come previsto tra l’altro dalla Buona Scuola.
Riforma del sostegno: i principi della delega
Questi sono solamente alcuni degli aspetti generali che caratterizzeranno la riforma del sostegno. In sintesi, le altre novità sono:
- al progetto di inclusione scolastica per gli alunni in difficoltà dovranno prendere parte non solo gli insegnanti di sostegno, ma tutti i docenti, attraverso una partecipazione al processo di verifica e attuazione del PEI;
- per gli insegnanti di sostegno sarà richiesta una preparazione specialistica attraverso il conseguimento di una laurea specifica. A tal proposito verranno istituiti quattro indirizzi differenti per il sostegno didattico, uno per la scuola d’infanzia, uno per la primaria, uno per le media e uno per le scuole superiori di secondo grado,
- particolare importanza verrà data alla continuità didattica. Per questo motivo i docenti a tempo indeterminato seguiranno gli alunni per l’intero ciclo scolastico, mentre per i supplenti che prendono servizio in classi non terminali è previsto un contratto biennale.
- aumento dell’organico per gli insegnanti di sostegno. Ad oggi il numero di insegnanti non è stato sufficiente per coprire le difficoltà, quindi nell’arco del triennio verrà elaborato un apposito piano per l’assunzione di circa 110.000 docenti.
Infine, per limitare il numero dei ricorsi da parte dei genitori che vorrebbero un aumento delle ore di sostegno, verrà introdotto l’obbligo della conciliazione. Tale obbligo dovrà essere espresso in tempi molto brevi prima di agire in giudizio.
Nel passaggio in commissione, comunque, potrebbero essere introdotte delle ulteriori novità sul tema. Quindi, per restare aggiornati vi consigliamo di continuare a seguirci.
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