Alcuni dei principali exchange hanno bloccato il trading sulla criptovaluta XRP dopo la causa intentata dalla SEC a Ripple: le ultime notizie.
Continua la grande fuga da XRP, la valuta nativa di Ripple che sta scontando sul mercato la causa intentata dalla SEC – ente statunitense preposto alla vigilanza della Borsa – alla fintech californiana.
Come noto, l’agenzia guidata da Jay Clayton ha contestato al board di Ripple la violazione delle norme che vietano la vendita di titoli non registrati. I vertici della società, per tutta risposta, hanno continuato a negare la necessità di registrare le monete digitali come contratti d’investimento.
Ma in attesa dell’esito della citazione, il mercato ha già emesso il suo verdetto: il progressivo allontanamento da XRP delle piattaforme che trattano criptovalute ha contribuito a sgonfiare la quotazione della valuta virtuale, in territorio negativo del 44,2% nell’ultima settimana.
XRP a picco dopo la causa della SEC a Ripple
Si salvi chi può. Mentre XRP precipita a quota 0,28 dollari, i principali exchange statunitensi ed europei hanno iniziato ad abbandonare la nave, nel tentativo di non rimanere imbrigliati negli strascichi legali che potrebbero scaturire dalla causa intentata dalla SEC a Ripple.
Una fuga che conferma oltretutto la capacità dissuasiva dell’agenzia USA, recentemente già vincitrice di alcune cause di alto profilo contro le start up Block.one e Kik. Ma, stavolta, il mercato ha iniziato a riposizionarsi prima ancora della sentenza.
Una smobilitazione generale che era stata anticipata da CrossTower, piattaforma di trading statunitense, a poche ore dalle prime indiscrezioni trapelate dal board di Ripple su una possibile causa della SEC, e proseguita in seguito con il delisting di XRP da parte di OSL e Beaxy.
Un passo indietro sulla criptovaluta è stato registrato nelle ultime ore anche da B2C2, l’exchange acquistato dai giapponesi di SBI Holdings all’inizio di dicembre. Un colpo mortale, questo, poiché l’azienda nipponica era stata tra i principali investitori di Ripple, con la quale avevano avviato anche un progetto di joint-venture in Giappone.
Rimangono in sella, invece, le piattaforme Coinbase e Binance, mentre altri exchange stanno bloccando il trading su XRP solo per gli operatori statunitensi. Tutte le operazioni sulla valuta virtuale sono state invece spente da Simplex e Bitwise, in attesa di ulteriori evoluzioni che possano rafforzare la credibilità della criptovaluta.
Difficile, per ora, che la flessione della moneta digitale possa arrestarsi. Ripple, che possiede nel suo portafoglio 55 dei 100 miliardi di XRP presenti attualmente sul mercato delle crypto, potrebbe decidere di approfondire l’ipotesi di un trasferimento del quartier generale al di fuori dei confini statunitensi per sfuggire dalle grinfie della SEC.
Come già accennato nei mesi scorsi dal CEO della fintech, Brian Garlinghouse, Regno Unito, Svizzera, Singapore, Giappone ed Emirati Arabi sono le principali destinazioni che verrebbero vagliate in caso di un ulteriore deterioramento dei rapporti con le autorità USA.
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