Riserva matematica per riscatto dei contributi: come funziona

Noemi Secci

03/11/2018

Come si calcola l’onere di riscatto dei periodi non coperti da versamenti col sistema retributivo: metodo della riserva matematica.

Riserva matematica per riscatto dei contributi: come funziona

Se hai la necessità di coprire un periodo non lavorato ai fini della pensione, puoi procedere, a tue spese, riscattando i contributi mancanti. Il riscatto, aggiungendo dei contributi alla tua posizione previdenziale, può consentirti di andare in pensione prima, facendoti raggiungere, ad esempio, la pensione anticipata (per la quale sono richiesti 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne), o i 20 anni di contribuzione richiesti per la pensione di vecchiaia ordinaria Inps.

Non tutti i periodi non lavorati possono però essere coperti col riscatto, ma soltanto in alcuni casi che secondo il nostro ordinamento sono meritevoli di tutela: ad esempio, è possibile riscattare gli anni del corso di laurea. Con la pace contributiva, ad ogni modo, dovrebbero poter essere riscattabili tutti i periodi dal 1996 in poi, se si possiedono almeno vent’anni di contributi: si tratta comunque di una semplice proposta allo stato attuale, che non è ancora diventata legge, quindi ancora non si sa come funzionerà il nuovo riscatto nello specifico.

Ma come si calcola il costo del riscatto? Il calcolo dipende dal sistema utilizzato: può trattarsi del sistema retributivo, che si basa sugli ultimi stipendi o redditi, oppure del sistema contributivo, che invece si basa sui versamenti accreditati.

Per chi deve calcolare il riscatto col sistema retributivo, in particolare, il sistema di calcolo dei costi dell’operazione è detto metodo della riserva matematica.

Ma procediamo per ordine e vediamo, nel dettaglio, come funziona la riserva matematica per riscatto dei contributi.

Come sapere se il periodo da riscattare deve essere calcolato col sistema retributivo?

Il periodo da riscattare deve essere calcolato utilizzando il sistema di calcolo a cui ha diritto all’interessato, in base all’anzianità contributiva ed alla categoria di appartenenza (dipendente, libero professionista, etc.).

Ricordiamo che per la generalità dei lavoratori iscritti all’Inps si applica:

  • il sistema di calcolo retributivo sino al 31 dicembre 2011, se si hanno alle spalle oltre 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, il sistema contributivo dal 2012 in poi;
  • il sistema di calcolo retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi il sistema contributivo, per chi ha alle spalle meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995; si tratta del cosiddetto calcolo misto;
  • il sistema di calcolo integralmente contributivo se non risultano accreditati versamenti al 31 dicembre 1995, oppure per chi opta per il calcolo contributivo.

Come si calcola il costo del riscatto nel sistema retributivo: metodo della riserva matematica

Il calcolo del costo del riscatto dei contributi, quando è assoggettato al sistema retributivo, è molto particolare.

Questo sistema di calcolo del riscatto è detto il metodo della riserva matematica.

Cerchiamo di riassumerlo in parole semplici:

  • si calcola innanzitutto la pensione senza considerare i periodi da di riscattare;
  • si calcola poi la pensione considerando anche i periodi da riscattare;
  • si calcola la differenza tra le due pensioni;
  • questa differenza si moltiplica per un determinato coefficiente, detto coefficiente di riserva matematica, che varia a seconda della categoria di appartenenza del lavoratore, dell’età e del sesso; i coefficienti si trovano in apposite tabelle (per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, le tabelle si trovano allegate al DM del 31 agosto 2007, per i lavoratori autonomi al DM 22 aprile 2008)
    Il risultato ottenuto moltiplicando il coefficiente di riserva matematica per la differenza tra le due pensioni consiste nell’onere di riscatto.

A quale data si deve far riferimento nel calcolo della riserva matematica?

Nel calcolo della riserva matematica si deve far riferimento alla data in cui è inviata dall’interessato la domanda di riscatto.

Normalmente, più si va avanti nella carriera lavorativa ed aumentano i redditi, più elevato risulta il costo del riscatto dei contributi.

Come si paga il riscatto?

Il riscatto può essere pagato in un’unica soluzione, oppure, a seconda del fondo di appartenenza, in più rate, sino a un massimo di 120. In questo caso, all’onere di riserva matematica si devono aggiungere gli interessi.

Solitamente, l’ente previdenziale dà la possibilità di pagare il riscatto con appositi bollettini Mav mensili.

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