Torna il coprifuoco per alcune località italiane. È la decisione dei Comuni per ostacolare la diffusione della variante Delta. Vediamo quali località hanno introdotto le restrizioni.
Aumentano i contagi in quasi tutta Italia. Se in Sicilia si attende solo la conferma ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità per il passaggio alla zona gialla, ma non è escluso che possa esserci un’altra settimana in “bianco”, in altre Regioni torna il coprifuoco.
Una decisione presa in seno ai consigli delle ordinanze sindacali. Il coprifuoco, così come altre restrizioni, avrà validità solo per il Comune in cui viene imposto e sarà valido per cittadini e attività commerciali.
In effetti in molte Regioni si sta assistendo all’aumento dei ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti di medicina ordinari a causa della variante Delta. Proprio per evitare il diffondersi della variante e il conseguente passaggio alla zona gialla, alcuni Comuni delle Regioni più a rischio corrono ai ripari, esattamente come Diamante.
Vediamo quindi in cosa consistono le restrizioni e dove torna il coprifuoco in Italia.
Torna il coprifuoco: la decisione del Comune calabrese
Diamante è il fiore all’occhiello della riviera tirrenica cosentina e dal 20 agosto torneranno per la località turistica il coprifuoco e le mascherine all’aperto. La decisione è stata presa per prevenire la diffusione del Covid-19 e impedire, o almeno contenere, i contagi.
Sono due le ordinanze sindacali che impongono dal 20 agosto le restrizioni. Nella prima si legge che per tutto il giorno e su tutto il territorio comunale sarà d’obbligo per tutti indossare correttamente il dispositivo di protezione individuale, ossia la mascherina. Solo i bambini al di sotto dei 6 anni, i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina e i soggetti che interagiscono con loro, saranno esonerati dall’indossarla.
Con la seconda ordinanza, invece, torna il coprifuoco. Infatti bar, ristoranti, pizzerie e le altre attività di ritrovo o “movida” dovranno chiudere entro le 2:30. Un’ulteriore restrizione si aggiunge però per le attività di intrattenimento musicale che presentano impianti acustici ed elettroacustici a diffusione - comprese quelle annesse a locali pubblici e svolte all’aperto - che dovranno chiudere entro l’1:30.
La decisione è stata presa in seguito alla consultazione del Dipartimento di Igiene e Sicurezza dell’Asp di Cosenza. L’intera Regione in effetti è una di quelle che, dopo la Sicilia, rischia di più il passaggio in zona gialla.
Infatti, dalle rilevazioni di oggi dell’Agenas risulta che la Calabria ha superato uno dei due criteri guida che orientano il passaggio dalla zona bianca a gialla: l’occupazione nei reparti ordinari è arrivata al 16%, superando la soglia minima del 15%.
Mentre l’altro criterio guida, i ricoveri in terapia intensiva, presentano l’occupazione del 7%, avvicinandosi alla soglia del 10%.
Coprifuoco in altre Regioni: la Sardegna
Dobbiamo adesso spostarci in Sardegna. In alcune zone torna il coprifuoco e l’obbligo di mascherina all’aperto. In questo caso non si tratta solo di località turistiche ma anche di piccole cittadine.
È il caso di Samassi, un Comune nel Sud della Sardegna, dove sono state vietate le feste private e il coprifuoco sarà valido dalle 23 alle 5 del mattino. La decisione drastica arriva dopo che sono stati riscontrati 34 positivi e 21 persone in quarantena nel paesino che conta meno di 5.000 abitanti.
Anche la situazione sanitaria della Sardegna preoccupa dopo quella della Sicilia. Infatti la Regione Sarda è stata molto vicina alla zona gialla (anche se al momento la situazione di rischio sembra essere rientrata).
Il coprifuoco: norme più severe della “zona gialla”
La decisione presa dai Comuni è stata quella di adottare norme non solo presenti in zona gialla, ma anche d’imporne alcune più severe.
Infatti le restrizioni per la zona gialla prevedono:
- l’obbligo di mascherina anche all’aperto;
- bar e ristoranti aperti con massimo 4 persone al tavolo, sia dentro che fuori.
Come è possibile notare non è affatto presente il coprifuoco tra le norme da adottare. L’intento che si nasconde dietro alla decisione dei Comuni però è ovvio: ostacolare il contagio specialmente tra i giovani, una delle categorie in cui ancora molti devono completare il ciclo vaccinale.
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