L’emergenza coronavirus potrebbe portare a una profonda riforma in Italia dei campionati di calcio: invariato il format della Serie A, mentre la Serie B diventerebbe a due gironi e la Serie C passerebbe al semiprofessionismo.
Il calcio italiano è in un sostanziale caos da inizio marzo più di quanto lo fosse già prima dello tsunami coronavirus. Al momento entrati da pochi giorni nella Fase 2, ancora sono molti più i dubbi che le certezze in merito al pallone nostrano.
Quest’oggi il Consiglio direttivo della Lega Pro dovrebbe sancire in maniera ufficiale la sospensione della Serie C, con la scelta che a ruota dovrebbe essere presa anche dai Dilettanti e pure dalla Serie B.
Non ci sarebbero infatti i presupposti sanitari per tornare in campo e concludere la stagione, visto che le spese da sostenere sarebbero non affrontabili anche per i club che attualmente militano in cadetteria.
Soltanto la Serie A è a lavoro per riprendere a giocare, anche perché con una sospensione definitiva si rischierebbe il collasso economico, ma ancora non è stata trovata un’intesa tra la Figc e il Comitato tecnico scientifico su un protocollo sanitario condiviso, autentica conditio sine qua non posta dal governo per tornare in campo.
In questo scenario Il Tirreno ha reso come la Federazione “starebbe pensando a una riforma del format dei campionati”, con la Serie B che verrebbe letteralmente stravolta passando a 40 squadre e una Serie C che assumerebbe lo status di semiprofessionismo.
Come può cambiare il calcio in Italia
Il calcio in Italia è di fronte a un bivio, ma spesso quando ci si trova in una situazione di grande difficoltà questa può diventare una spinta per fare quelle riforme che il pallone nostrano aspetta da anni.
La crisi dettata dal coronavirus potrebbe di conseguenza spingere la Federazione a rivoluzionare il format dei campionati, visto che comunque andrebbero affrontate le tematiche riguardanti promozioni e retrocessioni.
Con soltanto la Serie A che ha delle chance di riprendere a giocare, tutto dipenderà però dall’intesa sul protocollo sanitario da trovare con il governo, per tutte le altre serie si dovrà determinare a tavolino quali squadre faranno il salto di categoria e chi invece saranno dichiarate retrocesse.
Le voci che parlano di una riforma dei campionati si inseriscono proprio in questo contesto. Da quanto finora si sarebbe appreso, l’idea sarebbe quella di mantenere la Serie A a 20 squadre con le tre retrocesse (in caso di ripresa) che verrebbero rimpiazzate dalle attuali prime tre in cadetteria (Benevento, Crotone e Frosinone).
La Serie B invece verrebbe rivoluzionata diventando a 40 squadre, divise in due gironi, con ben 23 club dell’attuale Serie C che sarebbero promosse. Non sarebbe però facile stabilire i criteri da applicare per stabilire gli aventi diritto (media punti?).
L’attuale Serie C invece assumerebbe lo status di semiprofessionismo, invocato a prescindere dai presidenti, con 60 squadre che verrebbero divise in tre gironi (40 club provenienti dalla Serie C e 20 dai Dilettanti).
Infine cambierebbe anche la Serie D, che manterrebbe sempre la struttura dei nove gironi ma con 18 squadre ciascuno. Per il resto il meccanismo delle promozioni e delle retrocessioni rimarrebbe sostanzialmente invariato.
Una riforma questa che però è stata bollata dal presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli come una “fake news”, ma sarà il Consiglio Federale in programma la prossima settimana a far intendere se ci sarà la possibilità di realizzare una riforma dei campionati.
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