Per il video in cui intonava cori oltraggiosi verso i napoletani durante il raduno di Pontida del 2009, Matteo Salvini sarebbe stato condannato per razzismo dal Tribunale di Bergamo a una multa da 5.700 euro.
“Napoletani colerosi e terremotati”. Così nel 2009 Matteo Salvini definiva, nel corso della festa di Pontida, gli abitanti del capoluogo campano. Dovevano passare ancora degli anni alla svolta nazionale della Lega, e così l’attuale leader del Carroccio fomentava il popolo del Nord. Il video che documenta il coro razzista è noto.
Ma dagli atti del processo a Salvini per vilipendio contro la magistratura, avviato da poco a Torino, è emerso grazie alo scoop del giornale torinese Cronaca Qui che il segretario, per quel coro, era stato anche condannato dal Tribunale di Bergamo e costretto a pagare una multa di 5.700 euro.
Salvini condannato per frasi contro i napoletani
Matteo Salvini è sotto accusa a Torino per le frasi pronunciate al congresso di Collegno del 2016, quando definì i giudici una “schifezza”. Un video aveva immortalato la scena.
Fra gli atti del processo Cronaca Qui ha scovato la precedente condanna di Salvini, risalente a fatti del 2009, stavolta per le frasi contro i cittadini di Napoli. E anche allora era partito tutto da un video.
Il procuratore aggiunto Emilio Gatti ha chiesto di acquisire il filmato perché “può servire a far luce sulla personalità dell’imputato”. Il giudice Roberto Ruscello ha ammesso il video.
Il video virale dei cori
Salvini era, all’epoca dei fatti, 36enne capogruppo della Lega Nord a Milano, deputato alla Camera e parlamentare europeo. Giunto a Pontida lo accoglie un coro di benvenuto: “È Matteo capogruppo, è Matteo capogruppo”. Nel video è quello sulla sinistra con maglietta nera e birra in mano
Lui non esita e, senza preoccuparsi della telecamera, intona: “Senti che puzza, scappano anche i cani, sono arrivati i napoletani”. Quindi alza il bicchiere di birra, mentre gli altri leghisti si uniscono a lui: “O colerosi, terremotati, con il sapone non si sono mai lavati”.
Il video diventa virale e in Parlamento scoppia il caso, anche perché la Lega Nord nel giugno 2009 è alleata del Popolo delle Libertà e in molti, come la napoletana Alessandra Mussolini, non la prendono bene. Salvini chiede scusa e coglie l’occasione per presentare le dimissioni (comunque dovute per l’incompatibilità con Strasburgo).
Due signori napoletani, però, non si accontentano e querelano il futuro segretario della Lega. La Procura di Bergamo apre un fascicolo per diffamazione e discriminazione per motivi razziali, etnici o religiosi (in violazione della legge Mancino).
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