La Lega non ha votato la delega fiscale approvata in Consiglio dei ministri. Matteo Salvini chiede un chiarimento al presidente del Consiglio Mario Draghi. Ecco cosa sta succedendo nel governo.
La delega fiscale è stata approvata dal Consiglio dei ministri. Nonostante l’assenza della Lega. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, tira dritto. Non si può perdere altro tempo, è il suo ragionamento. Ma al partito di Matteo Salvini la linea dell’esecutivo non sta bene e si sfila. Prima, durante la cabina di regia, il ministro del Turismo Massimo Garavaglia (presente al posto di Giorgetti) ha lasciato in anticipo la riunione. Poi i ministri leghisti hanno deciso di disertare il Consiglio dei ministri.
L’assenza della Lega in Cdm non è bastata a Draghi per prendere tempo e fare un passo indietro. Durante la riunione a Palazzo Chigi la delega fiscale è stata approvata anche senza una parte del governo. D’altronde Draghi aveva già aspettato troppo, a suo avviso, rinviando l’ok alla riforma a dopo le elezioni proprio su richiesta soprattutto della Lega. Non basta questo a placare lo scontro tra Draghi e Salvini e la dura presa di posizione della Lega che sembra però non turbare il presidente del Consiglio.
Draghi tira dritto: ok a delega anche senza Lega
Dopo l’approvazione della delega fiscale Draghi risponde in conferenza stampa a chi gli chiede un commento sullo strappo di Salvini: «Lo spiegherà lui», afferma senza scomporsi. D’altronde il presidente del Consiglio si dice convinto che le conversazioni dei giorni precedenti hanno fornito «sufficienti elementi per valutare la legge delega».
Draghi non si dice preoccupato dello scontro con la Lega. A suo avviso lo strappo di Salvini non sarà necessariamente un problema per l’esecutivo e per la maggioranza. L’importante per il presidente del Consiglio è non perdere altro tempo: "L’azione di governo non è stata interrotta, è andata avanti. Credo ci saranno molte altre occasioni di scambio sia in Parlamento sulla stessa legge sia sui singoli decreti delegati”.
La versione di Salvini e le proteste della Lega
Chiamato in causa da Draghi è lo stesso Salvini a spiegare poco dopo i motivi dello scontro. Innanzitutto una questione di metodo, lamenta il segretario leghista. Ma anche di merito: «Nel testo non c’era quanto pattuito» dall’accordo preliminare trovato negli scorsi giorni. La convinzione di Salvini è che la colpa sia tutta di Draghi: «Lo strappo non l’abbiamo fatto noi».
I motivi delle proteste di Salvini sulla delega fiscale
Nel merito il leader leghista lamenta il rischio di un aumento delle tasse che sarebbe possibile sulla base di questa legge. Criticità vengono sollevate anche sulla rimodulazione dell’Iva, non definita, sulla mancanza di riferimenti alla rottamazione delle cartelle e sull’ipotesi di un aumento della mini flat tax. La questione più controversa resta la riforma del catasto che la Lega osteggia e su cui non era stato trovato neanche un’intesa in Parlamento. Negli accordi, secondo Salvini, questo punto non c’era. Ma per Draghi l’intervento è invece necessario.
leggi anche
Riforma del Catasto, a che punto siamo
Salvini assicura che «non c’è una crisi di governo», ma chiede ugualmente un chiarimento. «Nessuno strappo», assicura. Tuttavia il problema è anche di metodo. Secondo il segretario del Carroccio è sbagliato ricevere i documenti solo all’ultimo senza avere quindi il tempo di leggere i testi. Va sottolineato che la riforma fiscale è in netto ritardo: la sua approvazione era attesa per fine luglio dopo l’approvazione del documento redatto dalle commissioni Finanze in Parlamento. Per la Lega uno strappo del genere non è una novità assoluta con il governo Draghi: era già successo in primavera durante la discussione sul decreto Covid riguardante riaperture e coprifuoco. In quel caso la crisi era presto rientrata.
Gli attacchi del Pd a Salvini
La rottura della Lega non piace al Pd. A dimostrarlo sono le parole del segretario Enrico Letta in un’intervista al Corriere della Sera: «Lo strappo di Salvini è gravissimo e irresponsabile». Per Letta quello del Carroccio è un tentativo di far saltare il banco legato ai deludenti risultati elettorali. Letta aggiunge: «Salvini ha detto cose di una gravità enorme sul premier, gli ha dato del bugiardo e chiede agli italiani di scegliere tra lui e Draghi». Anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sostiene che la decisione della Lega possa mettere a rischio i fondi del Pnrr. Unica a difendere Salvini è Giorgia Meloni. Per la presidente di Fratelli d’Italia la Lega ha fatto bene a non votare quella che definisce una delega in bianco sul fisco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA