Stipendi e carriere a cui è possibile aspirare con una laurea in Fisica. I dati sul mondo del lavoro per ricercatori, insegnanti e non solo.
La facoltà di Fisica rientra a pieno titolo in quelle che da diversi anni definiamo come STEM (letteralmente Science, Technology, Engineering e Mathematics) ovvero le discipline scientifico-tecnologiche tanto ricercate sul mercato del lavoro nazionale e internazionale.
Questo termine e questa consapevolezza vanno infatti tenuti ben in mente quando si progetta il proprio futuro accademico e ancor di più quando si guarda agli sbocchi occupazionali del proprio corso di studi. Studiare Fisica all’università potrebbe infatti essere una valida scelta non solo per rincorrere le proprie passioni e interessi, ma anche e soprattutto per aprirsi ad un livello di prospettive d’impiego solido e soddisfacente.
La vasta spendibilità della laurea in Fisica è infatti poco nota e nella maggior parte dei casi si pensa a un carriera nell’insegnamento o alla sola ricerca universitaria. Tutto questo però è un luogo comune fortemente limitante.
Per far fronte a questa lacuna e scoprire quali opportunità inedite possa riservare questo affascinante branca del sapere basta informarsi e saper guardare ai dati con occhio critico.
Sbocchi occupazionali: settori che richiedono laureati in fisica
Recenti studi hanno dimostrato un alto tasso di gradimento rispetto alla preparazione media fornita dagli atenei italiani con il 61,8% del bacino d’utenza dei corsi STEM che si ritiene “efficaci o molto efficaci” le nozioni apprese. Scendiamo però nel dettaglio del settore fisico-matematico.
Le caratteristiche necessarie per intraprendere un percorso di studi come quello in Fisica sono tre:
- capacità analitica di riconoscere, affrontare e risolvere i problemi;
- instancabile curiosità rispetto alle leggi che regolano i fenomeni naturali che ci circondano;
- disposizione al ragionamento astratto e all’uso di linguaggi matematici.
Appurate che queste siano le caratteristiche del candidato ideale è bene capire se le aspirazioni degli studenti e delle studentesse corrispondano o meno a degli sbocchi professionali soddisfacenti. Cosa può offrire concretamente un corso di laurea in Fisica?
Ebbene, il 50% dei fisici riesce a collocarsi in svariati ambiti professionali al di là dei percorsi canonici d’insegnamento, grazie alle proprie abilità di “problem solving”. Fisici e fisiche sono in grado di condurre ricerche nei laboratori delle industrie così come in ambito bancario, ospedaliero ma anche nel settore tech con delle web-company o delle industrie petrolifere. Tutto questo quindi va ben oltre il classico indirizzo di docente universitario e scolare. Non mancano i fisici neppure nella polizia di stato e nella protezione civile così come quelli che si sono avvicinati alla carriera di giornalisti scientifici.
I fisici spesso diventano anche:
- Operatori di apparecchi medicali utilizzati nell’ambito della diagnostica;
- Tecnici statistici;
- Tecnici della qualità industriale e dell’ambiente;
- Tecnici sanitari;
- Econofisici (addetti all’elaborazione di modelli fisico-matematici per la soluzione di problemi finanziari e degli andamenti della Borsa);
- Addetti ricerca e sviluppo nelle aziende high-tech;
- Consulenti industriali e direzionali su impianti tecnici e tecnologici.
La richiesta di un florido bagaglio florido di conoscenze scientifiche è infatti preminente in tutti quei settori che richiedono risoluzione di problemi, raccolta e analisi dati ed elaborazione di modelli.
Iter e guadagni di un ricercatore fisico
Se si vuole però restare nell’ambito della ricerca universitaria è bene sapere che si può ricoprire il ruolo di ricercatrice o ricercatore esclusivamente dopo il superamento di una selezione. Si accede a questa posizione solo tramite concorso e il requisito vincolante è il possesso di un diploma di laurea o un titolo equipollente in un altro Paese.
In questo contesto vengono svolte attività di ricerca scientifica, formulazione d’ipotesi e pianificare di esperimenti per verificarle o confutarle così come raccolta e analisi di dati. Il fine ultimo è fornire nuovi modelli matematici che spieghino il funzionamento dei più svariati fenomeni.
Lo stipendio medio per un ricercatore o una ricercatrice in Italia è 31 500 € all’anno o 16.15 € all’ora. I lavoratori con più esperienza però guadagnano anche 48 500 € all’anno mentre per le posizioni “entry level” lo stipendio scende a 20 995 € all’anno.
Se invece si desidera diventare un fisico professionista è richiesta la laurea magistrale mentre per la carriera di docente presso le università e gli enti di ricerca pubblici è necessario anche il dottorato di ricerca.
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