Le operazioni di scorporo Iva non sempre sono semplici, ecco un esempio numerico utile per il calcolo.
Come occorre procedere per il calcolo dello scorporo Iva? Prima di tutto, è necessario capire cosa sia l’Iva (Imposta sul Valore Aggiunto), un’imposta indiretta (in quanto va a colpire un’espressione indiretta della capacità contributiva di un soggetto che si palesa tramite il consumo) disciplinata dal decreto del presidente della Repubblica 633 del 1972.
Essa non è, come i contribuenti sono abituati a pensare, a carico del prestatore di servizi o del venditore. Tali soggetti, infatti, agiscono in qualità di sostituti di imposta e versano l’Iva per conto del consumatore/utente finale.
Nella diversa catena di passaggi tra produttore, grossista, venditore al dettaglio e, infine, utente/consumatore finale diventa necessario, per determinare quanto versare effettivamente al fisco, scorporare l’Iva già versata e versare i residui. In questi casi si parla anche di imposte sui consumi plurifase o a cascata. Ciò per distinguerla dall’operazione più semplice di imposta sui consumi monofase, che viene applicata solo al momento del passaggio finale quindi dal venditore/prestatore di servizi al consumatore.
Calcolo scorporo Iva con esempio numerico
Questa precisazione è stata necessaria per capire cos’è lo scorporo Iva, ovvero un procedimento di calcolo mediante il quale viene determinato il valore fiscalmente imponibile di un bene e l’Iva, partendo dal prezzo Iva compreso.
Vediamo cos’è e come si calcola lo scorporo dell’Iva, come scorporare l’Iva conoscendo il prezzo totale di un bene o di un servizio, e come effettuare correttamente il calcolo.
Cos’è lo scorporo dell’Iva?
Partiamo dalle basi: cos’è lo scorporo dell’Iva?
Lo scorporo dell’Iva è quell’operazione mediante la quale viene separato l’importo complessivo pagato per il prezzo di un bene in due distinte parti:
- base imponibile, ovvero costo effettivo del bene senza Iva;
- Iva, ovvero imposta sul valore aggiunto pagata sul bene considerato.
Vediamo un esempio.
Io, venditore di penne, ho comprato una penna dal grossista. Sul prezzo ho pagato l’Iva, che sarà versata dal grossista al mio posto.
A questo punto devo vendere la penna all’utente finale, cioè il soggetto passivo dell’imposta. Per determinare il prezzo, devo scorporare l’Iva che ho pagato per ottenere il valore fiscalmente imponibile. Naturalmente io venditore devo aumentare il prezzo tenendo in considerazione il guadagno che voglio avere: a questo applico l’aliquota Iva prevista. Conclusa l’operazione, calcolo quanto devo effettivamente versare all’Erario.
Come si calcola lo scorporo dell’Iva? Formula ed esempio numerico
Avete capito quindi cos’è lo scorporo Iva e a cosa serve?
Lo scorporo Iva è un’operazione molto importante soprattutto per le imprese, per le quali è utile conoscere il valore dell’Iva in un’operazione di acquisto da altre imprese (per l’impresa l’Iva non è un costo, ma una posta di natura finanziaria: debito sulle vendite e credito sugli acquisti).
Come si effettua il calcolo dell’Iva conoscendo il prezzo di un bene?
Il calcolo è semplice e appartiene alla famiglia dei riparti e delle proporzioni.
Si tratta, per essere precisi come il nostro professore di matematica a scuola ci avrebbe consigliato, di un “calcolo percentuale sopra 100”.
La base di partenza è la proporzione fondamentale:
100 : r = S : P
dove:
r= tasso da applicare, in questo caso l’aliquota Iva di riferimento;
S= somma sulla quale viene calcolata la percentuale;
P= valore percentuale totale.
In base alla cosiddetta proprietà del comporre, che afferma che il 1° termine sta alla somma del 1° e del 2° come il 3° termine sta alla somma del 3° e del 4°, può essere derivata la seguente proporzione:
100 : (100+r) = S : (S+P)
È questa la formula fondamentale che sta alla base dello scorporo IVA.
Calcolo scorporo Iva: un esempio numerico
Come scorporare, quindi, l’Iva da un prezzo totale? Per lo scorporo dell’Iva occorre comprendere il meccanismo sopra esposto, se non altro per capire le basi su cui si fonda il calcolo.
Proviamo ora a fare un esempio numerico per verificare se è chiaro come calcolare lo scorporo dell’Iva.
Si ipotizzi, a titolo di esempio, di aver acquistato una calcolatrice a 20 euro, Iva inclusa e di sapere che l’aliquota Iva sulle calcolatrici è il 22%.
Riprendendo la proporzione precedente si può procedere come segue per scorporare l’Iva:
100 : (100+22) = S : (20)
L’incognita in questo caso è rappresentata da S ovvero dal prezzo senza Iva:
S = (100*20)/122 = 16,40 euro
Il prezzo della calcolatrice senza Iva è quindi pari a 16,40 euro; per ottenere l’Iva si può procedere in due modi:
- fare la differenza tra l’importo ottenuto e il prezzo totale;
- calcolare l’aliquota Iva sull’importo ottenuto.
Per semplicità e velocità di calcolo dello scorporo Iva, lo stesso risultato si può ottenere dividendo il prezzo Iva inclusa per 1,22 ovvero per 1,04 (aliquota Iva 4%) ovvero per 1,1 (aliquota Iva 10%).
Tornando al nostro esempio di scorporo Iva, avremmo potuto semplicemente procedere come segue:
20/1,22= 16,40 euro
16,40*22%= 3,60 euro
Aliquote da applicare per lo scorporo dell’Iva
Per calcolare lo scorporo dell’Iva è necessario conoscere l’aliquota da applicare. Il dpr 633 del 1972 prevede 4 aliquote diverse (le stesse sono state ritoccate nel tempo):
- 4% aliquota minima sui beni di prima necessità;
- 5% aliquota ridotta, si applica ad alcune prestazioni di natura “sociale”, ad esempio prestazioni sociali, sanitarie ed educative delle cooperative sociali;
- 10% aliquota ridotta per alcuni servizi turistici, alimentari ed edili;
- 22% aliquota ordinaria applicata alla maggior parte dei beni e in particolare a tutti quelli non rientranti nelle categorie precedenti che godono di una certa tutela.
A determinare il campo di applicazione dello scorporo Iva è l’articolo 1 del dpr, questo stabilisce che l’imposta dal punto di vista oggettivo si applica a operazioni di:
- cessione di beni;
- prestazioni di servizi;
- importazioni;
- operazioni intracomunitarie.
Dal punto di vista soggettivo le operazioni soggette a Iva devono essere effettuate da:
- imprese (articolo 4 dpr);
- soggetti che si occupano di esercizio di arti o professioni (articolo 5 dpr).
Dobbiamo però ricordare che l’articolo 10 del dpr 633 del 1972 comprende le operazioni esenti da Iva, mentre l’articolo 15 comprende le operazioni escluse. Tra le operazioni esenti vi sono quelle di assicurazione, riassicurazione e vitalizio, alcune prestazioni sanitarie.
In alcuni casi l’esenzione è di tipo soggettivo, ad esempio chi aderisce al regime forfettario non è tenuto a effettuare la dichiarazione Iva e non è tenuto al versamento della stessa all’Erario. Di conseguenza è esonerato dall’addebito dell’imposta nei confronti dei clienti.
Devono poi essere ricordare le operazioni non imponibili che l’Agenzia delle Entrate riassume in:
- esportazioni e operazioni assimilate;
- servizi internazionali o connessi agli scambi internazionali;
- cessioni ai viaggiatori extracomunitari;
- operazioni con San Marino e Città del Vaticano;
- operazioni effettuate nell’ambito dei rapporti regolati da Trattati e accordi internazionali;
- cessioni intracomunitarie.
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