Scuola, scrutini di fine anno: bocciare o ammettere all’anno successivo? Secondo l’Ocse la bocciatura è dannosa per l’alunno perché si rischia di compromettere il suo futuro.
Scuola: si avvicinano gli scrutini di fine anno dove gli insegnanti, oltre ad assegnare un voto finale all’alunno, decideranno chi ammettere o no all’anno successivo.
Bocciare o non bocciare? Come ogni anno si ripete il solito dubbio. Infatti, mentre molti insegnanti ritengono che la bocciatura sia costruttiva per l’alunno perché gli permette di rendersi conto dei propri errori, altri sono convinti che la non ammissione all’anno successivo possa avere delle conseguenze negative.
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Negli ultimi giorni l’Ocse ha pubblicato un approfondimento in cui ha fatto chiarezza sulla questione. Nel dettaglio, secondo l’Ocse la bocciatura a scuola non serve a niente e di seguito vi spiegheremo perché.
Bocciare o ammettere all’anno successivo? Ecco cosa è meglio per l’alunno
Nei giorni scorsi, l’Ocse ha pubblicato i risultati di un approfondimento condotto sui risultati dei test PISA del 2012. Questi sono dei test internazionali che servono per valutare le competenze degli alunni quindicenni in materie come Letteratura, Matematica e Scienze.
Nel dettaglio, dall’approfondimento emerge che gli studenti svantaggiati hanno più possibilità di ripetere l’anno. Infatti, nel report c’è scritto che: “anche tra studenti con rendimento scolastico simile, la probabilità di ripetere un anno è una volta e mezzo superiore per gli studenti svantaggiati”.
Per questo motivo l’Ocse ritiene che l’andamento dell’alunno non dipende solamente dalla sua preparazione, ma anche da altri aspetti come ad esempio dal contesto sociale ed economico da cui provengono. A tal proposito l’Ocse suggerisce, anziché bocciare, di dedicare una maggiore attenzione agli studenti che presentano delle particolari fragilità.
Scuola: ecco perché è dannoso bocciare un alunno
“La bocciatura non ha evidenti benefici indicati per gli studenti o per i sistemi scolastici nel suo complesso”. L’Ocse quindi è contraria alla bocciatura poiché secondo gli esperti dell’Organizzazione questa non farebbe altro che aumentare le disuguaglianze.
Infatti, la maggior parte degli alunni che non superano l’anno sono quelli che si trovano in situazioni svantaggiate ed è impossibile che dopo la bocciatura riescano a modificare il proprio status. Quindi la bocciatura non è costruttiva, ma dannosa perché potrebbe addirittura “rafforzare le disuguaglianze nel sistema”. Inoltre, con la bocciatura aumentano le probabilità che un alunno decida di abbandonare gli studi e questo potrebbe compromettere il suo futuro.
Scuola, i metodi alternativi alla bocciatura
Secondo l’Ocse molti Paesi hanno riconosciuto la poca utilità della bocciatura e per questo stanno trovando altri modi per “aiutare gli studenti in difficoltà”.
Nel dettaglio, alcuni dei Paesi in cui il tasso di bocciatura era molto alto hanno rivisto la loro politica introducendo un “sostegno intensivo e precoce per tutti gli studenti in difficoltà”.
Tra i metodi alternativi proposti dall’Ocse c’è quello di mettere a disposizione delle ore supplementari di scuola per i studenti che rischiano la bocciatura in modo che questi possano recuperare il ritardo di preparazione.
In queste ore di lezione extra, però, i docenti dovranno adattare il metodo di insegnamento alle esigenze degli alunni in difficoltà, altrimenti il rischio è che non ci siano miglioramenti.
Scuola italiana: quanti studenti vengono bocciati?
Secondo l’Ocse, in Italia circa il 17% degli alunni è stato bocciato almeno una volta, alcuni dei quali addirittura alle scuole elementari. Si tratta di un dato preoccupante, anche perché rispetto a dieci anni fa la percentuale è aumentata del 2%.
Inoltre, se si considerano quei ragazzi che provengono da contesti socio-economici disagiati, il tasso di bocciatura sale al 26%. Insomma, circa uno studente su quattro è stato bocciato almeno una volta.
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