Semiconduttori: quattro motivi per essere ottimisti

Alessio Trappolini

06/06/2019

I semiconduttori sono il fulcro dell’innovazione tecnologica, pertanto le prospettive di lungo termine per il settore restano decisamente ottimistiche

Semiconduttori: quattro motivi per essere ottimisti

Il settore dei semiconduttori si trova oggi a dover fare i conti con la sua natura ciclica.

Dopo anni di solida crescita dei ricavi e di forte domanda di processori, il rallentamento della crescita economica globale, la guerra commerciale e la maturazione del mercato degli smartphone stanno mettendo a dura prova la tenuta del settore.

«Sono tutti fattori che contribuiscono a tratteggiare un quadro di breve termine alquanto sottotono per costruttori e progettisti di processori. Il rallentamento, palesatosi nella seconda metà del 2018, era assolutamente prevedibile», ha spiegato Isaac Sudit, Analista di investimenti azionari di Capital Group.

Andamento dell’indice MSCI World Semiconductor Industry. Fonte: Bloomberg

Come vediamo nel grafico, il rallentamento è giunto dopo due anni di rapida crescita alimentata dall’impennata della domanda proveniente dai colossi tecnologici affamati di processori, quali Amazon, Google, Facebook e Microsoft.

«I semiconduttori sono il fulcro dell’innovazione tecnologica, pertanto le prospettive di lungo termine per il settore restano decisamente ottimistiche. L’attuale rallentamento sarà meno severo di quanto previsto da molti analisti settoriali e nei prossimi anni assisteremo a un ritorno su livelli di crescita moderati, intorno al 7-5%», argomenta l’asset manager.

Sulla base di questi assunti, Capital Group ha riassunto in quattro punti chiave gli aspetti più interessanti su cui un investitore dovrebbe concentrarsi prima di investire sul settore dei semiconduttori.

Semiconduttori: 4 motivi per essere ottimisti

1. L’ «Internet delle cose» non è una cosa da poco
La domanda proveniente da produttori di smartphone come Apple e Samsung sembra effettivamente in decelerazione, ma altre tipologie di costruttori continuano a potenziare le caratteristiche tecnologiche dei loro prodotti. Ad esempio, oggi un’auto media ha più di 30 circuiti integrati, mentre le vetture di lusso ne montano oltre 100. Nel settore delle apparecchiature medicali, l’adozione è stata più lenta a causa di fattori normativi, ma il potenziale di crescita è notevole, soprattutto nel campo della chirurgia robotica.

I prodotti di consumo connessi a Internet stanno diventando sempre più onnipresenti. I cellulari Android e iPhone sono ormai in grado di controllare qualsiasi cosa al semplice tocco di un pulsante, dai sistemi di allarme domestici agli impianti di irrigazione da giardino. Esistono frigoriferi che ordinano la spesa online prima ancora di poterci accorgere che abbiamo finito il latte. Tutti questi prodotti necessitano di processori più piccoli e più specializzati per poter svolgere funzioni del genere. L’«Internet delle cose» è un trend destinato ad accelerare nei prossimi anni.

2. La rivoluzione 5G è alle porte
La migrazione al 5G – la rete mobile di quinta generazione – sta avvenendo in questo preciso momento. A primo acchito, può apparire come un cambiamento evolutivo, ma porterà a progressi tecnologici rivoluzionari. I limiti della rete 4G, in primis i periodi di latenza dovuti alle minori velocità, verranno quasi interamente eliminati. I dispositivi saranno in grado di «parlarsi» quasi istantaneamente.

Quando, tra qualche anno, arriveremo a livelli di adozione diffusi, il 5G aprirà le porte a nuovi modelli operativi precedentemente inconcepibili a causa delle limitazioni tecnologiche. Inoltre, imprimerà slancio agli attuali colossi tecnologici, in quanto le ricerche Internet, i social media e il commercio elettronico diventeranno sempre più radicati nelle nostre vite quotidiane. Le applicazioni di intelligenza artificiale e i dispositivi per la realtà virtuale prolifereranno in un tale contesto, e richiederanno chip molto avanzati per alimentare l’innovazione.

3. Il consolidamento settoriale crea operatori dominanti
Il settore dei semiconduttori – che comprende costruttori di processori, progettisti, fabbricanti e produttori di apparecchiature per processori – è il portabandiera della globalizzazione. Pertanto, di recente è andato incontro alle stesse pressioni di consolidamento registrate da molti altri settori globali e altamente competitivi. Le operazioni di fusione e acquisizione hanno riplasmato completamente il settore, come testimonia la megafusione di Avago e Broadcom del valore di 37 miliardi di dollari.

Nel 2003, ad esempio, esistevano 25 costruttori di processori logici. Oggi, dopo l’ondata di operazioni M&A e quale fuoriuscita tempestiva, il settore è dominato da tre aziende: il colosso statunitense Intel, la sudcoreana Samsung e Taiwan Semiconductor. In alcuni segmenti opera addirittura un unico fornitore, come ad esempio il fornitore olandese di apparecchiature per chip ASML. I macchinari per la litografia ultravioletta estrema di ASML, usati per produrre i chip più avanzati al mondo, possono arrivare a costare 100 milioni di dollari.

4. I produttori di processori conservano un ruolo chiave
I tempi d’oro della crescita supersonica stanno lasciando il passo a un’espansione moderata se non, talvolta, anemica. Ma l’impatto tecnologico e finanziario di questo settore è ancora ben evidente. Secondo la Semiconductor Industry Association, nel 2018 le società di semiconduttori hanno generato un fatturato globale di 468,8 miliardi di dollari, con un incremento del 13,7% su base annua. Il mercato ha subito una forte battuta d’arresto nella seconda metà del 2018, che è stato comunque un anno record in termini di vendite.

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