Con la Serie A ferma a causa coronavirus i club starebbero pensando al taglio degli stipendi dei loro tesserati per sopperire ai mancati incassi: i calciatori sarebbero pronti a venire incontro alle società ma per il presidente dell’AIC Damiano Tommasi è ancora presto per parlare di sforbiciate.
I calciatori sono pronti a fare la propria parte per venire incontro ai loro club in questa emergenza coronavirus, ma al momento è ancora presto per parlare di un taglio agli stipendi oppure di un non pagamento delle spettanze di marzo.
Questa in sintesi è la posizione espressa da Damiano Tommasi, con il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori che intervenendo ai microfoni di Radio Anch’Io ha specificato come alla vigilia dell’assemblea di Lega quello degli stipendi sia “l’ultimo dei problemi”.
Per i calciatori infatti prima è necessario capire se questa stagione verrà completata in estate, in questo caso lo slittamento degli Europei al 2021 può dare una grande mano, oppure se i campionati verranno sospesi.
In soldoni prima di parlare di taglio agli stipendi l’AIC vuole vedere se i club a causa del coronavirus subiranno perdite economiche notevoli (nel caso della sospensione), oppure gli ammanchi per il pallone nostrano saranno più contenuti (nel caso la stagione venga completata).
Tagli agli stipendi in Serie A? Per i calciatori è prematuro
Con l’Italia in piena emergenza coronavirus anche i calciatori vogliono fare la loro parte. Parlare però in questo momento di un possibile taglio degli stipendi, si vocifera anche del 30%, è però prematuro e l’argomento non sarà con ogni probabilità affrontato a breve in Lega.
Per prima cosa c’è da dire che in Italia il professionismo nel calcio non riguarda solo la Serie A, ma anche Serie B e C dove i salari dei giocatori sono ben diversi da quelli da favola della nostra massima serie.
I calciatori di Serie C a riguardo dovrebbero ricorrere agli ammortizzatori sociali se non venissero logo pagati gli ultimi emolumenti, mentre la cadetteria sarebbe un po’ nel limbo tra la bambagia della Serie A e i tanti contratti al minimo federale della terza serie.
Al momento comunque l’AIC si sarebbe detta pronta anche a scendere in campo a luglio o agosto, rinunciando così alle ferie estive che sarebbero in qualche modo scontate durante questo blocco forzato.
Visto che le società hanno tempo fino a fine maggio per pagare le mensilità di gennaio, febbraio e marzo mentre per quelle di aprile e maggio la scadenza è il 22 giugno, per Damiano Tommasi ora è prematuro parlare di un taglio agli stipendi con l’ipotesi che potrebbe comunque essere accettata nel caso della sospensione dei campionati causa perdurare dell’emergenza coronavirus.
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