“Rinascimento” è il nome del nuovo soggetto politico di Vittorio Sgarbi: ecco allora il programma, chi ha aderito e i sondaggi in vista delle elezioni.
Vittorio Sgarbi fonda il suo “Rinascimento” ed è pronto per le elezioni politiche del 4 marzo. Assieme all’ex ministro Giulio Tremonti, il critico d’arte ha illustrato il suo programma che, oltre al tema della “bellezza” dell’Italia, al centro avrà anche una precisa politica fiscale e internazionale.
Dopo aver ritirato a novembre la sua candidatura come governatore alle elezioni regionali in Sicilia per confluire nel centrodestra, il nuovo partito di Sgarbi ha seguito un percorso analogo anche in queste politiche apparentandosi per l’occasione con Forza Italia.
Il “Rinascimento” di Vittorio Sgarbi
Anche se il suo vero mestiere è quello di critico d’arte, Vittorio Sgarbi da sempre si è cimentato anche nell’avventura politica. Dopo essersi candidato in gioventù tra le fila del Partito Comunista, passerà poi al Partito Socialista prima di diventare deputato nel 1992 tra le fila del Partito Liberale Italiano.
Oltre ad essere stato sindaco di San Severino Marche nel maceratese e di Salemi, cittadina in provincia di Trapani, è con Forza Italia che Sgarbi riuscirà anche a diventare sottosegretario ai Beni Culturali nell’allora governo Berlusconi.
Da quel momento diverse sono state le esperienze politiche, con delle sue liste recanti il nome “Rinascimento” che già si sono viste alle elezioni amministrative che si sono svolte nel giugno scorso.
Una tornata elettorale quello dello scorso giugno che è stata una sorta di prova generale per le politiche, con Vittorio Sgarbi che pochi mesi dopo ha presentato in maniera ufficiale il suo nuovo partito, confermando anche “Rinascimento” come il nome di questo movimento.
Il programma e chi ha aderito
Oltre che il nome del partito e il simbolo, ovvero il celebre dipinto La Creazione di Adamo di Michelangelo, Vittorio Sgarbi ha presentato il suo programma, contenuto in un libro scritto assieme a Giulio Tremonti intitolato appunto “Rinascimento”.
Principio cardine del partito è la difesa della “bellezza” culturale, artistica, paesaggistica e monumentale del nostro paese, che per il critico d’arte dovrebbe essere maggiormente tutelata e valorizzata.
Ho pensato fosse giusto creare un progetto che riportasse al centro dell’azione politica il primato della bellezza. Abbiamo un patrimonio immenso che racchiude un’ economia ignota. C’è qualcosa di alterato nella percezione di ciò che l’Italia è. E di questo la politica non si occupa. È come se il governatore delle Maldive fingesse di ignorare il mare.
Oltre all’estetica però “Rinascimento” pensa anche alla sostanza. Si parla quindi dell’abolizione delle Regioni, le cui funzioni sarebbero svolte dai parlamentari locali, ma anche di un rapporto che non deve essere più troppo subordinato con l’Europa. Molto importante è anche l’idea di tetto fiscale del partito di Sgarbi.
Il 15% fino a 36 mila euro e il 25% fino a 500 mila euro, il 30% fino a un milione di euro, il 35% oltre un milione di euro. E questa soglia non si supera. La pressione fiscale si potrà aumentare come espressione di solidarietà soltanto per calamità naturali.
Un programma questo che già avrebbe l’appoggio, oltre naturalmente a quello prestigioso di Giulio Tremonti e di Paolo Naccarato nominato poi coordinatore, anche di 137 esponenti della politica, dell’arte e della cultura come Oscar Farinetti, Roberto D’Agostino e Gianfranco Vissani.
Le alleanze e i sondaggi
Con l’approvazione del Rosatellum-bis da parte del Parlamento, il futuro di “Rinascimento” era scontato che fosse all’interno del centrodestra.
Secondo un sondaggio condotto da GPF, “Rinascimento” alle politiche potrebbe raccogliere anche il 3,8% a livello nazionale. Una stima questa però più che ottimistica visto che significherebbe per Sgarbi ottenere più di 1 milione di voti.
In teoria, visto l’accordo firmato con GAL (Grandi Autonomie e Libertà) di Giampiero Samorì, Rinascimento non aveva necessità di raccogliere le firme necessarie per potersi presentare alle elezioni politiche del 4 marzo da solo.
Alla fine però Vittorio Sgarbi ha siglato un accordo con Silvio Berlusconi, venendo candidato come capolista in Emilia Romagna tra le fila di Forza Italia, mentre è rimasto escluso Giulio Tremonti. Per il critico d’arte quindi un posto nel prossimo Parlamento appare assicurato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA