Per la prima volta in 50 anni, le nuove richieste di sussidio di disoccupazione si sono spinte sotto quota 200 mila unità. Il dato è tanto più significativo alla luce dell’incremento demografico.
Nella settimana terminata lo scorso 6 aprile, le nuove richieste di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti hanno fatto segnare la quarta contrazione consecutiva scendendo sotto quota 200 mila unità per la prima volta dal 1969.
L’indice, diffuso ogni giovedì alle 14:30, è passato da 204 (dato rivisto da 202 mila) a 196 mila unità (qui la notizia). Gli analisti avevano stimato un incremento a 211 mila unità.
Il dato, che rappresenta l’ennesima testimonianza del solido stato di salute dell’economia statunitense, in cui il mercato del lavoro rappresenta uno degli esempi più lampanti, fa il paio con l’aggiornamento arrivato la scorsa settimana dalle non-farm payrolls che, cresciute a marzo di 196 mila unità, da inizio anno salgono a un ritmo di circa 170 mila unità mensili.
In scia anche il tasso di disoccupazione che, al 3,8% a marzo, è da un anno che non sale sopra la soglia dei quattro punti percentuali.
Stati Uniti: popolazione cresciuta di 120 milioni in 50 anni
Livello minore dal 1969 anche per la media mobile a quattro settimane, in genere preferita dagli operatori per la capacità di smussare i fattori temporanei, scesa al 6 aprile di 7 mila a 207 mila unità.
Il dato diffuso oggi dal Dipartimento del lavoro è tanto più significativo alla luce dell’andamento demografico: cinquant’anni fa gli Stati Uniti contavano 202,7 milioni di abitanti, 124,5 milioni in meno rispetto ad ora.
A parità di popolazione, il dato attuale corrisponde a circa 120 mila nuove richieste di sussidio nel 1969.
Nel complesso, al termine della scorsa settimana il sussidio è stato incassato da 1,71 milioni di persone, -13 mila rispetto a sette giorni prima.
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