Il prossimo 9 febbraio gli svizzeri saranno chiamati a votare per la legge che dice «basta immigrazione di massa».
Obiettivo del referendum è di rinegoziare gli accordi bilaterali sulla libera circolazione stipulati con l’Unione europea tra il 2002 e il 2008 ponendo un freno all’ingresso di stranieri in Svizzera, compresi i lavoratori italiani.
A promuovere l’iniziativa è l’UDC svizzera, ovvero il partito di ultradestra che da anni porta avanti una battaglia contro i flussi di stranieri e in modo particolare contro i frontalieri italiani.
La proposta
Il referendum voluto dall’Udc punta alla reintroduzione del contingentamento dei flussi di stranieri compresi i frontalieri italiani e francesi che andrebbero a sottrarre lavoro agli svizzeri accettando condizioni lavorative inferiori.
Il contingentamento comprenderebbe anche i richiedenti asilo e i ricongiungimenti familiari. La proposta dell’Udc ha come obiettivo la difesa dell’occupazione svizzera portata avanti grazie al blocco dell’ingresso di coloro che entrano nel paese per lavorare alcuni giorni a settimana. Il referendum è proposto quindi in funzione degli “interessi globali dell’economia svizzera” e soprattutto nel rispetto “del principio di preferenza agli svizzeri".
Lavoratori in Svizzera
Secondo i promotori del referendum, la Svizzera a partire dal 2007 ha accolto ogni anno 80.000 persone in più di quelle che si sono trasferite in un altro paese.
Negli anni della crisi la Svizzera, vista come un paradiso fiscale e lavorativo, è stata interessata da un intenso flusso migratorio. Secondo le statistiche diffuse dall’Udc i primi in classifica per numero di immigrati siamo noi italiani: il 15,8% del totale degli immigrati in Svizzera.
Oltre a coloro che si sono trasferiti in Svizzera, è in costante aumento anche il numero dei frontalieri: 65.658 lavoratori nel 2013 con un aumento del 4,7% rispetto al 2012.
“La Svizzera, dice il sito dei promotori del referendum, deve poter riprendere a gestire l’immigrazione e deve rinegoziare gli accordi internazionali che ostacolano questa facoltà”.
Il referendum
Il referendum si terrà il 9 febbraio prossimo con delle modalità diverse rispetto ai referendum in Italia. Per prima cosa non esiste il quorum e la proposta è molto concreta: si tratta in generale di aggiungere o modificare un articolo. I cittadini ricevono a casa un libretto con il testo del referendum, le motivazioni dei promotori, la posizione del governo e quella del Parlamento.
Secondo i sondaggi, al momento soltanto il 37% degli Svizzeri voterà a favore del blocco i flussi di stranieri. Resta come incognita l’alto tasso di indecisi. Nei territori di confine come il Canton Ticino o il Canton Ginevra la propaganda dell’Udc è ben accolta dal momento che è in queste zone che il flusso migratorio si fa più sentire.
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