TARI, dove si paga di più: la classifica di città e regioni più care del 2021

Luna Luciano

26/11/2021

Aumenta la tassa sui rifiuti. Nelle Regioni però si registrano prezzi totalmente diversi. Ecco quindi quali sono le Regioni e le città più care in assoluto.

TARI, dove si paga di più: la classifica di città e regioni più care del 2021

Aumenta la TARI in tutta l’Italia. Ma se il rincaro della tassa sui rifiuti è stato un fenomeno a livello nazionale, in alcune Regioni i prezzi sono letteralmente lievitati. È questo ciò che dimostrano i dati rilevati dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. In media, nel 2021, una famiglia italiana ha pagato 312 euro di TARI, con un rincaro del 1,5% rispetto al 2020 (307 euro). Ciò che salta immediatamente all’occhio però è le disparità tra Regioni, sia per tariffe che per la gestione e amministrazione del servizio. È possibile quindi stilare una classifica e scoprire quali sono le Regioni e città più care di questo 2021.

TARI: le Regioni dove si paga di più

L’aumento dei prezzi, va detto, è frutto anche del Dlgs 116/2020 che prevede una nuova definizione di rifiuto urbano, in cui rientrano anche quelli indifferenziati e da raccolta differenziata, mentre sono esclusi quelli industriali, comportando una ridistribuzione del costo delle tariffe. Grazie ai dati dell’osservatorio di Cittadinanzattiva è possibile scoprire quali sono le Regioni con la TARI più alta in Italia. Ecco quindi la classifica.

  • 1. Al primo posto troviamo la Campania con 416 euro di TARI all’anno. Con un ribasso del -1% rispetto al 2020 (419 euro). Nella Regione la raccolta differenziata rimane stabile con il 52,7%, sulla tassa pesano le ben 372mila tonnellate di rifiuti urbani che non vengono smaltite ma trasportate fuori la Regione.
  • 2. Al secondo posto troviamo la Liguria con 407 euro di tassa sui rifiuti. L’aumento in questo caso è al quanto vertiginoso, con un +10% rispetto all’anno scorso (369 euro). Anche qui la raccolta differenziata è insufficiente, pari al 53,4%. La Regione presenta un tasso di conferimento in discarica elevato, pari al 37%, e anche in questo caso la maggior parte dei rifiuti sono accolti da Regioni limitrofe.
  • 3. Al terzo posto invece troviamo un’altra Regione del Sud: la Sicilia con 386 euro, che come la Campania vede un ribasso del -1% (389 euro).

A queste seguono:

  • 4. Puglia con 381 euro con un aumento del 3%;
  • 5. Umbria con 371 euro;
  • 6. Toscana con 339 euro con un rincaro del 4%;
  • 7. Lazio con 331 euro;
  • 8. Abruzzo con 329 euro con un aumento del 4%;
  • 9. Calabria con 324 euro con un rincaro del 6%;
  • 10. Sardegna con 323 eurocon un ribasso del 5%.

Altre sono le Regioni dove invece si è osservato un forte rincaro, come nel caso della Basilicata con il +8,1%; il Molise con +6,1%. Rimangono stabili Umbria e Lazio, dove però Roma si trova tutt’ora in crisi con la gestione dei propri rifiuti. Andando quindi a guardare nel dettaglio la classifica, si può osservare come venga riconfermato l’evidente gap tra nord e sud nella gestione dei rifiuti urbani, con eccezione della Liguria. Non è invece un caso il Veneto sia la Regione meno cara, con 232 euro di TARI, non a caso è anche il territorio dove la raccolta differenziata è pari al 72%.

TARI: le città dove si paga di più

Allo stesso modo, grazie ai dati dell’Osservatorio è possibile stabilire quali sono le città con la TARI più cara. Ecco quindi quali sono le 10 città più care per la tassa dei rifiuti.

  • 1. Catania con 504 euro;
  • 2. Genova con 480 euro;
  • 3. Benevento con 464 euro;
  • 4. Salerno con 462 euro;
  • 5. Napoli con 455 euro;
  • 6. Reggio Calabria con 443 euro;
  • 7. Pisa con 443 euro;
  • 8. Agrigento 428euro;
  • 9. Messina con 422 euro;
  • 10. Andria 422 euro.

Anche in questo caso si conferma il gap tra città meridionali e città dell’Italia Settentrionale. Basti pensare che in questa top 10 sono ben 8 le città che appartengono al Sud Italia. Eccezione fatta per Genova che, come la Regione, l’anno scorso era stata esclusa dalla classifica, e adesso vola direttamente al secondo posto. Il record invece è stato segnato dalla città di Catania, la quale si contraddistingue per un altro spiacevole record: la città con la più bassa percentuale di raccolta differenziata, pari al 14,5%. Non rientra in classifica la Capitale, al centro della bufera sui rifiuti. Infatti anche Roma registra un leggero aumento di +1,3%, passando da una tassa sui rifiuti da 389 euro agli attuali 394 euro.

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