Il TSO è il trattamento sanitario obbligatorio disposto per i soggetti che presentano uno stato di alterazione tale da essere considerati pericolosi per la propria incolumità e per quella degli altri.
Il TSO, il trattamento sanitario obbligatorio, è il ricovero coatto e forzato per un paziente affetto da problemi psichiatrici che lo rendono pericoloso sia per sé che per la comunità.
Quindi, il TSO è l’unico caso in cui non è il paziente a decidere se e come curarsi, poiché visto lo stato di pericolo potenziale le cure gli vengono somministrate contro la sua volontà.
È il sindaco del Comune di residenza del paziente a decidere se e quando disporre il TSO, che solitamente avviene presso i reparti psichiatrici che si trovano negli ospedali generali.
Una volta che si procedere con il trattamento sanitario obbligatorio il sindaco resterà in costante contatto con il responsabile del reparto in cui si trova il paziente e questo avrà l’obbligo di informarlo su qualsiasi cambiamento nella terapia.
Per chiarire gli aspetti più delicati legati a questa procedura, ecco una guida con tutto quello che c’è da sapere sul TSO, da quando è previsto fino alla sua durata.
Quando un cittadino viene sottoposto al TSO?
È il sindaco ad emanare l’ordinanza per il TSO; questo avviene alla presenza di tre fondamentali condizioni:
- il libero cittadino è affetto da un’alterazione tale per la quale c’è bisogno di un urgente trattamento terapeutico;
- questo si rifiuta di sottoporsi agli interventi necessari;
- non si possono adottare misure extraospedaliere.
Con “urgente” si intendono tutte quelle situazioni nelle quali l’alterazione del paziente è un rischio sia per la propria incolumità che per quella degli altri. Quindi, il TSO viene disposto quando:
- si manifestano minacce di suicidio, oppure di lesioni a cose o persone;
- isolamento, rifiuto a comunicare;
- rifiuto di acqua e cibo.
Per la tutela della libertà dei cittadini è previsto che queste condizioni debbano essere comprovate, contemporaneamente, da ben due medici, con il secondo che deve appartenere obbligatoriamente ad una struttura pubblica. Non ci sono norme, invece, che stabiliscono l’obbligo per i medici di essere psichiatrici.
TSO: gli obblighi per i medici
Come abbiamo appena visto i medici devono certificare le condizioni per le quali si attua il TSO. Il certificato però, oltre ad enunciare le tre condizioni appena citate, deve indicare le motivazioni della situazione concreta che rendono necessario il ricovero forzato.
Qualora ci siano tutte le certificazioni richieste, il sindaco emette, entro 48 ore, l’ordinanza con la quale dispone del TSO. Non è il medico però ad accompagnare la persona presso il reparto di diagnosi e cura (SPDC), bensì la Polizia Locale.
Una volta disposto il TSO il paziente viene spostato nel reparto psichiatrico di un ospedale generale, dove è sotto la responsabilità del capo reparto. Questo ha l’obbligo di comunicare al sindaco:
- l’avvenuto ricovero;
- l’eventuale impossibilità di proseguire il TSO;
- necessità di prolungare il TSO oltre la durata prevista (deve indicare il numero di giorni aggiuntivi);
- cessazione del TSO.
È molto importante che il responsabile del reparto psichiatrico comunichi tempestivamente l’avvenuto ricovero al sindaco; questo, infatti, entro 48 ore deve inviare il provvedimento al giudice tutelare il quale dovrà emettere (una volta accertate le condizioni) la convalida. In caso contrario il TSO decade automaticamente.
TSO: durata, prolungamento e revoca
Per legge la durata del TSO è di sette giorni, ma come abbiamo visto è possibile che il responsabile del reparto ne richieda il prolungamento.
La richiesta di proroga segue lo stesso iter della disposizione del TSO: è il sindaco a valutare la sussistenza delle condizioni e a richiedere la convalida al giudice tutelare.
Così come è possibile prorogare il termine del TSO, questo si può anche revocare. Il paziente sottoposto al trattamento, o un soggetto terzo, può richiedere la revoca al giudice il quale deve esprimersi entro 10 giorni. Anche in questo caso è necessaria la convalida del giudice tutelare.
TSO: i diritti per il paziente
Anche se il soggetto per il quale viene disposto il TSO non può rifiutarsi di sottoporsi alle terapie, ha comunque diritto ad essere informato sulla tipologia delle cure. Inoltre, nel caso in cui sia possibile, il paziente può scegliere a quale terapia sottoporsi tra quelle indicate dal medico curante.
Non è ammessa la violenza nei confronti del paziente, poiché questo conserva il diritto alla propria tutela fisica, alla dignità e alla libertà della persona. Qualsiasi metodo che comporta violenze verbali o fisiche ai danni del paziente è perseguibile penalmente.
Il paziente ha diritto a comunicare con chi vuole, mentre una volta terminato il periodo del TSO è autorizzato ad uscire dal reparto senza dover firmare nulla; non è richiesto l’accompagnamento da parte di una terza persona che se ne assuma la responsabilità.
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