Tasi: la proroga della maggiorazione delle aliquote è contenuta in un emendamento alla Legge di Bilancio 2019. Niente abolizione della tassa sui servizi indivisibili che dal prossimo anno potrà persino aumentare in alcuni Comuni. Ecco le novità.
Tasi: un emendamento alla Legge di Bilancio 2019 prevede la proroga della maggiorazione delle aliquote per i Comuni che la applicano dal 2015.
Tale proroga consente di prolungare l’aliquota Tasi maggiorata dello 0,8 per mille fino al 2010 nei Comuni dove la tassa sui servizi indivisibili è già più alta rispetto all’aliquota ordinaria.
Tuttavia, in mancanza di una proroga, la possibilità di mantenere l’attuale il livello maggiorato dell’aliquota Tasi scadrebbe a fine 2018 ma l’emendamento c’è e la Commissione bilancio della Camera l’ha già approvato nel Ddl della Manovra 2019.
Altro che abolizione della Tasi, le novità spiacevoli non finiscono qui dato che d’altro canto il Governo ha ritirato l’emendamento sulla Nuova Imu che dal 2019 avrebbe previsto l’accorpamento delle imposte sulla casa eliminando difatti l’adempimento sulla tassa dei servizi indivisibili del Comune.
Ma la novità che unita alle precedenti metterà più a rischio le tasche dei cittadini è la mancata proroga del blocco delle aliquote nella Legge di Bilancio 2019.
Con lo sblocco delle aliquote il Governo conferirà a tutti gli effetti ai Comuni la possibilità di aumentare le loro entrate erariali, quindi non solo la Tasi ma anche le altre imposte comunali.
Andiamo a vedere nel dettaglio cosa comporteranno dal 2019 le singole novità in tema di proroga della maggiorazione della Tasi, sblocco delle aliquote comunali e probabile aumento della tassa sui servizi indivisibili del Comune anche per i cittadini che finora hanno pagato l’aliquota ordinaria.
Tasi, altro che abolizione: maggiorazione aliquote nella Legge di Bilancio 2019
La proroga della maggiorazione della Tasi è una proposta avanzata dalla Lega e approvata nel Ddl di Bilancio 2019 che stabilisce la possibilità per i Comuni che già applicano l’aliquota maggiorata dello 0,8 per mille di confermare tale aumento fino al 2020.
Nel caso molto probabile in cui tale proroga venga approvata nel testo definitivo della Legge di Bilancio 2019 ormai in scadenza a breve, dal 1° gennaio 2019 la situazione rimarrebbe invariata per i cittadini che già dal 2015 pagano l’aliquota Tasi maggiorata nel limite massimo dello 0,8 per mille.
Se da una parte i cittadini che già da tre anni pagano la Tasi maggiorata dovranno rassegnarsi al fatto che probabilmente per il prossimo biennio 2019-2020 continueranno a versare l’aliquota nel livello massimo consentito per legge, i più infuriati saranno gli italiani su cui l’aumento dell’imposta graverà a partire dal 2019.
Nell’ultimo periodo infatti si è parlato molto dell’accorpamento delle imposte sulla casa in un’unica aliquota IMU prevedendo inoltre l’abolizione della Tasi, ma l’emendamento proposto alla Legge di Bilancio 2019 è stato ritirato.
Tuttavia va precisato che, anche se la Tasi non sarà abolita dal 2019, la proroga della maggiorazione della tassa sui servizi indivisibili del Comune non consentirà di aumentare ulteriormente l’aliquota fissata allo 0,8 per mille.
Fanno eccezione le città come Roma e Milano dove il limite massimo è fissato all’11,4 per mille rispetto all’aliquota ordinaria del 10,6, ma del resto sia la Capitale che la metropoli milanese rientrano nei Comuni che prevedono già la maggiorazione della Tasi.
Maggiorazione Tasi e “sblocco” aliquote locali, Confedilizia: richiesta fondi ai cittadini
La proroga della maggiorazione della Tasi unita alla mancata conferma del blocco delle aliquote locali è un “segnale gravemente negativo” secondo Confedilizia che si è così espressa a riguardo:
“non fa che prolungare una situazione di pesante iniquità [...] innesterà senz’altro una generale spinta a incrementi che, con riferimento all’Imu e alla Tasi, porterà ad accrescere la già elevatissima imposizione tributaria di natura patrimoniale gravante sugli immobili, pari a 21 miliardi di euro ogni anno”
Confedilizia ricorda inoltre il motivo della misura introdotta nel 2015 unicamnte finalizzata alle condizioni stabilite per il finanziamento delle:
“detrazioni d’imposta o altre misure, tali da generare effetti sul carico di imposta Tasi equivalenti o inferiori a quelli determinatisi con riferimento all’Imu relativamente alla stessa tipologia di immobili.”
La confederazione si esprime duramente a riguardo, dichiarando che la proroga della maggiorazione Tasi è una scelta di “pura cassa” che dirotta e scarica difatti la richiesta di fondi proveniente dai Comuni direttamente sui cittadini proprietari degli immobili.
Tuttavia per la conferma di tale proroga i cittadini dovranno attendere ancora un po’ ma non per molto, visto che il termine per l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2019 è fissato per la fine del 2018.
Aumento Tasi e imposte locali dal 2019, niente proroga del blocco delle aliquote
Dal 2019 la Tasi potrebbe dunque subire un aumento dato che il Governo non ha prorogato il blocco delle aliquote locali consentendo in tal modo ai Comuni e agli enti locali la possibilità di gestire le proprie entrate erariali.
Stando così le cose, sembra proprio che per il 2019 i cittadini non potranno contare né sull’abolizione della Tasi né sul blocco delle aliquote e di conseguenza dovranno prepare il portafoglio in vista dell’eventuale aumento delle tasse comunali e in generale per il probabile pagamento di imposte più salate.
Oltre alla Tasi i cittadini potrebbero dover pagare di più anche le aliquote regionale comunali sui redditi delle persone fisiche dato che lo sblocco potrebbe comportare una vera e propria stangata sulle addizionali Irpef la quale colpirebbe ben cinque Comuni su sei.
Il Governo del Cambiamento non cambia idea e insiste sul fatto che i sindaci devono poter fare le proprie scelte fiscali anche sell’ANCI non è affatto contenta di questa decisione e anzi dichiara la necessità di rivedere i poteri e le responsabilità che ricadono sui primi cittadini, considerando che nella maggior parte dei casi essi non sono i titolari diretti dei finanziamenti.
Inoltre l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ha criticato il Ddl di Bilancio 2019 dichiarando che il testo risulta molto carente sotto l’aspetto della riorganizzazione della fiscalità comunale.
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