Ci sarà una tassa su tablet e smartphone? La proposta arriva dall’amministratore delegato di Rai, che per far quadrare i conti ha presentato la proposta in Commissione di Vigilanza. Ecco cosa dice.
La televisione, signora mia, chi la guarda più? Ormai tutti utilizzano gli smartphone, i tablet o i computer per seguire show, serie tv o guardare un film. In realtà la guardano tutti o quasi. Secondo i dati non è vero che gli italiani non guardano più la televisione, infatti ancora 8 persone su 10 seguono i programmi televisivi proposti dai palinsesti come Rai, Mediaset e non solo.
Ma cosa si intende per “guardare la tv”? È un andamento evidente quello del declino dell’uso della televisione solo come recettore delle reti nazionali. La televisione è diventata uno strumento per poter guardare i programmi in streaming. Allo stesso tempo però tablet, pc e smartphone si sono dotati di applicazioni per seguire i programmi prodotti per la televisione.
Per questo la proposta di una tassa su tablet e smartphone da parte di Carlo Fuortes, nuovo amministratore delegato della tv di Stato, non suona così strana. Secondo Fuortes infatti dovrebbero pagare tutti il canone per la tv pubblica, non solo i possessori di televisioni, ma anche chi possiede un tablet o uno smartphone.
Tassa su tablet e smartphone?
Secondo Carlo Fuortes è tempo di adeguarsi agli altri Paesi europei e adeguare il pagamento del canone della tv di Stato anche a chi non possiede la televisione. La proposta avanzata da Carlo Fuortes, amministratore delegato di Rai, sarebbe quella di “adeguare il pagamento del canone Rai anche per chi non ha un televisore classico in casa, ma guarda le trasmissioni grazie ai tablet e agli smartphone”.
La proposta è stata presentata prima di un’audizione della Commissione di Vigilanza, con la motivazione che il canone deve adeguarsi allo sviluppo tecnologico. Infatti secondo Fuortes un domani ci sarà una maggioranza di persone che utilizzeranno tablet, pc e smartphone per guardare i programmi tv rispetto alla televisione stessa.
La proposta di Fuortes per la tassa su tablet e smartphone
Al momento non sembrano esserci i presupposti per tentare di far approdare una tassa simile, ma intanto è stata proposta e in futuro se ne tornerà a parlare.
Anche perché Carlo Fuortes non si è limitato a questa proposta di tassazione. Secondo il nuovo amministratore delegato di Rai, per rientrare del calo dei ricavati della tv di Stato, ci sarebbe bisogno anche di:
- riconoscimento integrale delle risorse del canone, eliminando le trattenute da 110 milioni, finanziando il fondo per il pluralismo con altre risorse;
- cancellazione della tassa sulla concessione del canone ordinario;
- riduzione del limite di affollamento pubblicitario per singola fascia dall’8%.
La tassazione di tablet e smartphone all’estero
Con una tassazione su tablet e smartphone l’Italia si adeguerebbe ad alcuni Paesi europei, ma non tutti. Infatti altri Paesi prevedono l’assenza di un canone in bolletta, per cui la televisione viene direttamente sostenuta dallo Stato.
Nel Regno Unito, per esempio, il canone della televisione ha un costo pari a 159 sterline e viene pagato da chiunque possieda un dispositivo elettronico sul quale si possono vedere i programmi, dalla televisione allo smartphone. Lo stesso metodo di tassazione è previsto anche in Danimarca, Croazia e Slovenia.
Il canone in bolletta è previsto, come in Italia, anche per molti altri Paesi. In questi però il costo non è previsto in base alla televisione posseduta, ma in base all’apparecchio elettronico. Germania, Portogallo, Svizzera, Turchia, Serbia e altri hanno scelto questa strada.
Ci sono ovviamente anche Paesi dove il canone non è previsto, per esempio in Belgio, in Spagna e Olanda. In questi Paesi infatti il costo per sostenere la televisione di Stato non è palesato in una bolletta, ma si trova all’interno delle spese dello stesso Stato.
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