L’inserimento di una clausola all’assicurazione dopo l’epidemia SARS ha permesso a Wimbledon di compensare i mancati guadagni
A poco più di una settimana dall’ufficiale cancellazione del torneo di Wimbledon 2020 a causa dell’emergenza coronavirus, sono emersi nuovi dettagli sulla clausola anti-pandemia dell’assicurazione che aiuterà - almeno in parte - a bilanciare le perdite.
Wimbledon assicurato contro le pandemie
Immediatamente dopo la diffusione della notizia, circolava già voce di un’assicurazione contro le malattie virali su cui gli organizzatori, quasi vent’anni fa, avrebbero insistito. Adesso si conosce anche quale sarà più o meno la cifra del premio che riceverà Wimbledon: 114 milioni di sterline, quasi 130 milioni di euro.
Certo, il giro d’affari messo in moto dalla prestigiosa competizione - circa 250 milioni di sterline di mancati guadagni, quest’anno - è molto più alto, Ma se non altro la lungimiranza degli organizzatori permette al torneo di atterrare sul morbido, anzi, sul prato.
E oltre al premio, è il caso di dirlo, agli organizzatori va anche il plauso per essersi organizzati per una pandemia meglio di molti governi.
È stata proprio la lezione della SARS, nel 2002, a indurre gli organizzatori a insistere, quasi vent’anni fa, per operare una modifica all’assicurazione per inserire una clausola contro le epidemie.
“Siamo fortunati ad avere l’assicurazione, che aiuta”, aveva detto Richard Lewis, chief executive di Wimbledon uscente, nel corso di un’intervista al Guardian. “Gli assicuratori, i broker, e tutti quelli coinvolti hanno fatto un ottimo lavoro finora, ma ce n’è ancora tanto da fare”.
Wimbledon avrebbe potuto anche semplicemente posticipare o proporre una versione più contenuta del famoso torneo su erba. Ma alla fine ha deciso di cancellare del tutto l’evento proprio per ottenere il premio assicurativo.
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