Il clima teso tra le due superpotenze favoriscono l’apprezzamento dello Yen, notoriamente considerata come valuta rifugio. Nei confronti del dollaro e dell’euro il rafforzamento della valuta giapponese ha portato i corsi verso supporti significativi. Ecco cosa dice l’analisi tecnica su USD/JPY e EUR/JPY
Continuano le tensioni tra Washington e Pechino sul fronte commerciale, dopo la minaccia di Donald Trump di nuove tariffe su 200 miliardi di dollari di import asiatico e alla vigilia del round negoziale in calendario nella capitale americana.
Immediata la reazione degli investitori che hanno guardato alla valuta giapponese, da sempre considerata come valuta rifugio. Lo Yen giapponese è salito ad un massimo da sei settimane contro il dollaro statunitense.
Ora il focus degli operatori è sui colloqui commerciali che si svolgeranno tra domani e venerdì a Washington, dove il Vice Premier cinese Liu cercherà di recuperare un accordo con l’obiettivo di evitare il forte aumento delle tariffe sulle merci cinesi che dovrebbero entrare in vigore questo venerdì.
Il quadro tecnico di USD/JPY
USD/JPY, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Per quanto riguarda il cambio con il dollaro statunitense, USD/JPY, le quotazioni si sono stanno avvicinando ai minimi segnati il 25 marzo scorso a 109,72 dollari.
La tendenza rialzista partita dai minimi segnati a inizio anno continua ad evidenziare segnali di deterioramento. Già nelle precedenti ottave i corsi avevano violato al ribasso la trendline ascendente che conta, oltre al minimo precedentemente menzionato, anche i minimi segnati il 25 marzo e l’11 aprile scorsi, breakout che si è effettuato il 25 aprile scorso.
Anche le medie mobili a 50 e 200 periodi che erano prossime ad un incrocio, continuano a rimanere incrociate al ribasso, evidenziando che nel lungo termine la polarizzazione del cambio è orientata al ribasso. Eventuali segnali di forza in prossimità di questo livello statico potrebbero dare il via ad operazioni di matrice long con target identificabile in prossimità della SMA 200 giorni, che al momento transita a 111,50 dollari.
*Il 74% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore. È necessario valutare se si può sostenere il rischio elevato di perdere il capitale investito.Il quadro tecnico di EUR/JPY
EUR/JPY, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Situazione analoga per quanto riguarda il fronte europeo. La valuta giapponese contro la moneta unica ha già fornito un importante segnale di deterioramento della struttura tecnica.
I corsi di EUR/JPY infatti già ieri hanno violato un livello orizzontale importante nel lungo periodo: il supporto che conta i minimi segnati a gennaio e testati successivamente durante le ultime giornate di marzo, a 123,66.
Inoltre contrariamente a quanto visto su USD/JPY, la media mobile a 50 giorni è costantemente al di sotto della SMA 200 già da aprile 2018, favorendo l’implementazione di strategie di matrice ribassista.
A livello algoritmico è importante osservare anche il comportamento dell’oscillatore RSI settato a 14 periodi, che al momento staziona in prossimità dell’area di ipervenduto.
Nonostante il quadro grafico di EUR/JPY sia più orientato al ribasso rispetto quello di USD/JPY, le indicazioni di momentum in area di eccesso e il fatto che i corsi stazionano poco al di sotto del livello statico precedentemente menzionato, un ritorno al di sopra di 123,66 potrebbe dare il via ad operazioni long con obiettivo in prossimità di 124,87 dollari.
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