Ennesimo suicidio nel mondo della finanza. Stavolta è successo a New York. Un trend inquietante cui alcuni hanno già trovato una spiegazione. Scopriamola
E’ il decimo in pochi mesi, se non si tratta di un vero e proprio trend, poco ci manca.
A New York, Edmund (Eddie) Reilly, 47 anni, trader di Vertical Group, società di Midtown, si è suicidato buttandosi sotto un treno alle 6 di ieri mattina.
Da Hong Kong a Londra fino agli States, si allunga la lista di professionisti della finanza che hanno deciso di togliersi la vita senza una reale spiegazione. Un fenomeno che inizia a preoccupare gli addetti ai lavori che temono, a questo punto, che nel loro mondo ci sia qualcosa di malato che spinge le persone a compiere un gesto estremo.
C’è chi infatti, una spiegazione se l’è già data. Alcuni vedono come causa di queste morti la «fine dell’onnipotenza della finanza», del periodo in cui i trader potevano compiere operazioni spericolate, guadagnando un sacco di soldi e accrescendo il proprio ego fino a sentirsi degli dei.
Adesso è tutto finito, i soldi sono diminuiti, i controlli sono aumentati e la crisi ha ridotto in modo esorbitante il margine d’azione di questi professionisti.A Wall Street regna l’insoddisfazione, i trader vengono colti, secondo alcune testimonianze, da una vera e propria «ansia da prestazione». Hanno paura di fallire, hanno paura di non farcela e invece di reagire o di chiedere aiuto, alcuni decidono di compiere un gesto estremo, altri invece si rifugiano «nella droga e nell’alcohol», sperando di sfuggire alla realtà.
Tra il Financial District e Midtown aleggia un’atmosfera totalmente diversa rispetto a quella che si respirava anni fa. Prima della depressione, prima di Lehman Brothers e dei mutui subprime, prima che la crisi scoppiasse a livello internazionale, portandosi dietro economia e finanza.
10 persone in meno di tre mesi si sono tolti la vita. Gli ultimi trader che non ce l’hanno fatta lavoravano per la potentissima JP Morgan: Gabriel Magee, Ryan Crane e Lee. Adesso è toccato a Eddie Reilly di Vertical Group. E speriamo che sia l’ultimo.
Nel frattempo però, la situazione diventa sempre più inquietante.
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