Trend nel Forex: cosa sono, come identificarli e sfruttarli

Redazione

26/10/2016

I trader devono sapere con esattezza cos’è un trend, come si trova e in che modo si può sfruttare per il Forex, dato sono importanti per l’analisi tecnica. Vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere sui trend del Forex

Trend nel Forex: cosa sono, come identificarli e sfruttarli

Individuare il trend in atto sul mercato è l’obiettivo di ogni trader, soprattutto se sfrutta l’analisi tecnica. Trovare il trend che si attua al momento sul mercato e provare a sfruttarne l’andamento è infatti il modo migliore per aumentare il proprio capitale.

Prima di capire in che modo si trovano i trend e come si possono sfruttare si dovrà però avere una definizione chiara del termine trend. Di seguito troverete una guida il più possibile completa sull’argomento, che prova a rendere chiara la situazione anche ai meno esperti della materia.

Studiando con accuratezza i grafici forex gli investitori che applicano l’analisi tecnica riconoscono figure di inversione o continuazione del trend. In questo modo sanno cosa fare con le posizioni aperte o con quelle che sono da aprire nella sessione di trading.

«Trend is your friend» è un detto spesso utilizzato sui mercati finanziari che nasce dallo studio dei cosiddetti secular trend, ovvero i trend di lungo periodo. Bisogna dunque assumere che è la psicologia del mercato a far muovere il mercato stesso e, di conseguenza, a far nascere e far morire i trend che caratterizzano il movimento dei prezzi.

Imparare ad identificare un trend dovrebbe essere il primo passo per chiunque si cimenti nello studio dell’analisi tecnica. Molti trader, una volta investito in un trend rialzista, ad esempio, aspetteranno un segno di «debolezza» in questo, il segnale giusto per uscire dal trade e prendere profitto.

Vediamo quindi cos’è un trend e come può essere identificato dai trader. Daremo inoltre una definizione di trend e si vedrà in che modo si potranno sfruttare questi trend sul mercato del forex.

Trend: la definizione formale

Sfortunatamente non è sempre facile individuare un trend e determinare la direzione di un particolare titolo è tutt’altro che ovvio. Prendendo un qualsiasi grafico dei prezzi si noterà senza troppi sforzi che questi non si muovono in linea retta verso una direzione, ma seguono piuttosto una serie di alti e bassi. Nell’analisi tecnica, è il susseguirsi di massimi e minimi a costituire il trend direzionale.

In questo modo, un uptrend, ovvero un trend rialzista, è classificato come una serie di massimi e minimi crescenti, come mostrato dalla figura al lato. Nell’esempio di uptrend mostrato a destra possiamo notare che il punto 2 è il primo massimo, determinato dal fatto che subito dopo i prezzi sono scesi fino al punto 3, che è il minimo raggiunto dai prezzi prima di un nuovo movimento al rialzo e così via.

Perché questo uptrend rimanga tale, ogni minimo successivo non dovrà scendere al di sotto dei minimi precedenti, altrimenti potremmo trovarci di fronte ad un’inversione.

Tipologie di trend

In analisi tecnica i trader distinguono diverse tipologie di trend e le nominano in base alle indicazioni che danno del mercato azionario.
Esistono sostanzialmente tre tipi di trend:

  • Uptrend, trend rialzista;
  • Downtrend, trend ribassista;
  • Sideway Trend, trend in fase laterale.

Poiché la definizione di up e downtrend è piuttosto intuitiva (l’uptrend si muove verso l’altro, il downtrend verso il basso), soffermiamoci per un momento sul concetto di mercato laterale. Quando sul mercato c’è poco movimento, ovvero i picchi al ribasso e al rialzo si susseguono in una situazione poco definita, allora si può parlare di mercato laterale.

Volendo andare più nel dettaglio tecnico, possiamo dire che il mercato si trova in fase laterale quando si verifica l’assenza di trend. In questi momenti i trader che vendono non riescono ad avere la meglio su quelli che comprano e la situazione è di calma.

Spesso questo tipo di situazione è descritta, nell’analisi tecnica, dalla figura del rettangolo, che mostra come i cambiamenti del prezzo rientrino nelle linee di resistenza e supporto.
I momenti di calma sul mercato azionario portano quindi all’indecisione e a un sostanziale immobilismo.

Concludendo, il mercato dunque può muoversi al rialzo, al ribasso, oppure in una direzione indefinita. Questi movimenti ci verranno segnalati dai trend, che potremo trovare sui nostri grafici e studiare con l’analisi tecnica.

La durata di un trend

Oltre alla direzione, esistono altri tre parametri per la classificazione di un trend. A prescindere dalla rotta intrapresa dai prezzi, un trend può essere classificato come:

  • trend di lungo periodo;
  • trend di medio periodo;
  • trend di breve periodo.

In termini molto generali possiamo dire che un trend di lungo periodo si caratterizza su un arco temporale che può durare anche un anno. Un trend medio può durare all’incirca tra uno e tre mesi; un trend di breve periodo infine ha una durata tendenzialmente inferiore al mese.

All’interno di un trend di lungo periodo troveremo diversi trend intermedi che possono anche muoversi in direzione opposta rispetto al trend di lungo periodo. Se il trend generale si muove al rialzo, ma è interrotto da una correzione dei prezzi al ribasso seguita poi da un nuovo movimento al rialzo, avremo allora un trend intermedio di correzione.

I trend di breve periodo, infine, vengono considerati come componente principale dei trend a medio e lungo periodo; così come si evince dall’immagine accanto.

Quando si tratta di analizzare un trend è fondamentale che il grafico venga costruito per riflettere al meglio il tipo di movimento che si intende studiare.
Per identificare più facilmente i trend di lungo periodo è consigliabile utilizzare grafici settimanali o giornalieri che coprono un arco temporale di 5 anni, in questo modo sarà più semplice individuare la direzionalità del trend sul lungo periodo.

In generale, i grafici giornalieri sono spesso utilizzati per analizzare anche i trend di medio e breve periodo.

Ricorda: maggiore è l’arco temporale di un trend, maggiore è la sua importanza. In altre parole: un trend di un mese non ha lo stesso valore di un trend di 5 anni.

Linee di trend

Le trendline, o linee di trend, sono il frutto di una tecnica utilizzata nell’analisi dei grafici che consiste disegnare sul grafico stesso una linea retta che rappresenti la direzione del trend.
Disegnare una linea di trend è semplice come disegnare una qualsiasi linea retta, ma è uno strumento molto utile non soltanto per meglio definire la direzione di un trend, ma anche e soprattutto per individuare possibili punti di inversione.

Come si evince dall’immagine accanto, la trendline viene disegnata in corrispondenza dei minimi del trend rialzista. La linea rappresenta in questo modo un livello di supporto ai prezzi che tendono a risalire ogni volta che scendendo incontrano la linea di trend.

Solo per fare un esempio, la trendline può esserci d’aiuto nel voler stabilire in quale momento i prezzi smetteranno di scendere per riprendere la via del rialzo. Allo stesso modo funziona la linea di downtrend, disegnata in corrispondenza di massimi raggiunti dal titolo; la linea di trend ribassista funziona come un livello di resistenza.

Canali di trend

Un canale, o le linee di canale, è rappresentato dall’aggiunta di due linee di trend parallele tra loro che costituiscono rispettivamente due importanti aree di supporto e resistenza.
La trendline superiore connette una serie di massimi, mentre quella inferiore connette i minimi. Un canale può essere orientato verso l’alto (canale ascendente), il basso (canale discendente) o può essere in fase laterale, ma a prescindere dalla direzione, l’interpretazione non cambia.

Fino a quando il titolo in questione non avrà rotto una delle due linee, i trader si aspetteranno un movimento compreso entro le due zone. Infatti, oltre ad una visione più chiara sull’orientamento del trend, i canali vengono utilizzati per individuare importanti zone di supporto e resistenza.

La figura accanto mostra un canale discendente; la trendline superiore è stata disegnata sui massimi, quella inferiore sui minimi. Come si vede, il prezzo del titolo rimbalza tra le due linee pur rimanendo all’interno di questo range per diversi mesi. Fino a quando non avviene una decisa rottura del canale, sia essa al rialzo oppure al ribasso, è prevista la continuazione di questa fase in cui il mercato è in fase di «range-bound».

Trend primario

Il mercato bullish (rialzista), oppure bearish (ribassista) è anche detto mercato primario e la storia ci insegna che in genere questi mercati hanno una durata temporale che può durare anche uno o due anni.

Come si evince dal grafico in alto, il mercato bullish che precede i tre anni di calo è stato molto più duraturo rispetto a quanto indicato sopra. Questo avviene perché a volte possono coesistere fattori (come ad esempio una lunga crisi economica) più difficili da risolvere.

Secular trend

Un secular trend può durare per dieci o trent’anni, al suo interno possiamo certamente trovare diversi trend primari e, in linea generale, è molto semplice da individuare per via del timeframe molto esteso. La price action di un grafico di 25 anni ad esempio, apparirà come una serie di barre che si muovono in una direzione.

Il grafico in basso si riferisce allo S&P 500 ed inizia negli anni ’80, mostrando così l’impennata che ha caratterizzato la fine del secolo scorso.

Trend intermedi

In tutti i trend primari è possibile identificare trend intermedi, quelli che spingono analisti e giornalisti a chiedersi di continuo: cosa sta succedendo? I trend intermedi sono infatti soggetti a repentine inversioni che nella maggior parte dei casi rappresentano la reazione dei trader agli eventi economici o politici più attuali (si pensi alla release dei market mover più importanti, oppure agli interventi verbali dei governatori delle banche centrali).

Infine, possiamo dire che i trend primari, siano essi rialzisti o ribassisti, contengono al loro interno almeno tre cicli di trend intermedi, ognuno dei quali può durare dalle due alle otto settimane.

Trend di lungo periodo

Per determinare i trend di lungo periodo, molti trader fanno ricorso all’oscillatore stocastico anche se esistono diverse tipologie di indicatori di trend.

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L’indicatore stocastico è un oscillatore utilizzato per misurare il momentum, ovvero la forza di un mercato in un dato periodo. Indicando le situazioni di ipercomprato o ipervenduto, l’oscillatore stocastico può essere utilizzato per prevedere la fine di un trend.

L’indicatore può assumere un valore compreso tra 0 e 100.

Quando si trova al di sopra del 80 siamo in una fase di ipercomprato (in altre parole il mercato potrebbe presto iniziare a scendere).

Al contrario, al di sotto del 20, si dice che il mercato è in fase di iper-venduto (e potrebbe iniziare a salire).

Trend: perché sono importanti nel Forex?

È importante imparare a conoscere e riconoscere i trend presenti sul mercato, per potersi collocare nella direzione giusta. Per comprendere quanto sia determinante il trend per chi opera sui mercati, ecco due modi di dire molto diffusi nello slang del trading:

«The trend is your friend» - Il trend è tuo amico
«Don’t buck the trend» - Non metterti contro il trend

Il consiglio è quindi quello di studiare con cura il trend e le sue variazioni, in modo da non incappare in errori grossolani e aprire posizioni nel momento errato.

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