Nella corsa all’indipendenza europea dal gas russo, arriva un accordo strategico dell’Ue con gli Usa per la fornitura di Gnl. Sganciarsi dall’energia di Putin, però, è ancora una sfida aperta.
Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno annunciato un accordo per cercare di aumentare la fornitura di gas naturale liquefatto ai Paesi europei entro la fine del 2022 con almeno 15 miliardi di metri cubi.
Lo sforzo dell’Ue verso l’indipendenza da Mosca per la fornitura di energia continua senza sosta, anche se la sfida è assai complessa e, in un’analisi attenta, non immediata.
“Miriamo a ridurre questa dipendenza dai combustibili fossili russi e a liberarcene. Ciò può essere ottenuto solo attraverso... forniture di gas aggiuntive, comprese le consegne di Gnl”, ha affermato von der Leyen in una conferenza stampa congiunta con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Cosa prevede l’accordo Usa-Ue per il Gnl e quanto, davvero, sostituisce il gas russo?
Usa-Ue: c’è l’accordo per il Gnl, sostituirà il gas russo?
Si rafforza la collaborazione di Stati Uniti e Unione Europea sul fronte energetico, ormai diventato il campo di battaglia parallelo a quello in Ucraina.
Gli Usa mirano a fornire almeno 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto aggiuntivo al mercato dell’Ue quest’anno, insieme ad altri fornitori in tutto il mondo, mentre Washington e Bruxelles lavorano per aumentare i loro sforzi e limitare la dipendenza dall’energia russa.
Gli Stati Uniti hanno affermato di aspettarsi ulteriori aumenti al di sopra dell’obiettivo di 15 miliardi di metri cubi in futuro, secondo una scheda informativa rilasciata dalla Casa Bianca.
L’accordo include l’impegno dell’Ue a garantire la domanda di circa 50 miliardi di metri cubi all’anno di Gnl in più dagli Usa, pur rimanendo coerente con gli obiettivi di riduzione del carbonio e fermo restando che i prezzi dovrebbero riflettere i fondamentali del mercato a lungo termine.
Tutto questo basterà a sciogliere tutti i legami energetici europei con Mosca?
C’è da dire che l’Europa importa la maggior parte del suo gas russo tramite gasdotti, con solo una piccola parte che arriva sotto forma di Gnl.
La Russia spedisce circa 150 miliardi di metri cubi di gas in Europa tramite gasdotti, di cui circa 14-18 miliardi sotto forma di gas naturale liquefatto. Ciò significa che qualsiasi interruzione dalla Russia sarebbe difficile da affrontare.
La questione è critica poiché la nazione di Putin è il più grande fornitore di gas naturale dell’UE, rappresentando oltre il 40% delle importazioni.
L’Unione Europea fa affidamento sul Paese anche per la quota maggiore delle sue importazioni di carbone e petrolio e ha lottato per spostare la sua politica energetica lontano da Mosca.
A Berlino, la Germania ha presentato il proprio piano per ridurre drasticamente le importazioni russe di combustibili fossili e rendersi quasi completamente indipendente dal gas russo entro la metà del 2024.
Attualmente, gli acquirenti europei sono in competizione con i Paesi asiatici per la fornitura limitata di carichi di Gnl al mondo.
Ue, Gnl, gas russo: le incognite
Il patto Usa-Ue è ambizioso e ancora non chiaro nei dettagli. Gli Stati Uniti non hanno detto immediatamente da quali partner si sarebbero procurati nuove spedizioni o entro quando, suggerendo che gli accordi finali non sono ancora in atto con i fornitori.
Gli obiettivi primari di una task force congiunta – che sarà presieduta da un rappresentante della Casa Bianca e della Commissione Europea – sarà quello di diversificare le forniture di Gnl in linea con gli sforzi per combattere i cambiamenti climatici e ridurre la domanda di gas naturale.
Il blocco di 27 nazioni punta a sostituire quest’anno quasi i due terzi delle sue importazioni totali di gas dalla Russia, che lo scorso anno ammontavano a 155 miliardi di metri cubi, dopo che la guerra di Putin ha costretto a un ripensamento senza precedenti della strategia energetica del blocco.
Le ulteriori importazioni dagli Stati Uniti richiederanno comunque tempo per iniziare, con l’Europa vincolata dall’attuale capacità di rigassificazione, numero di terminali e interconnettori, secondo un funzionario dell’UE, che ha chiesto di non essere identificato commentando i colloqui privati per Bloomberg.
“Se dovesse verificarsi un’interruzione del gas russo, la sfida principale per l’Europa sarà quella di rifornire i suoi impianti di stoccaggio prima del prossimo inverno. Ciò richiederebbe importazioni record di gas naturale liquefatto questa primavera e l’estate. Gli Stati Uniti hanno un ruolo importante da svolgere per sostenere l’Europa in questo eventuale sforzo storico, essendo il più grande esportatore di gas naturale liquefatto al mondo a partire da quest’anno”, ha affermato Simone Tagliapietra, ricercatore energetico presso il think tank Bruegel con sede a Bruxelles.
Da sottolineare che le importazioni del carburante dagli Stati Uniti sono aumentate in modo esponenziale durante la crisi energetica europea, iniziata un paio di mesi prima della guerra a causa dei flussi limitati dalla Russia. Nel 2021 le consegne transatlantiche di Gnl sono state di circa 22 miliardi di metri cubi. A gennaio 2022 erano 4,4 miliardi di metri cubi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA