Nelle Forze Armate è crisi di arruolamento per i militari: ecco spiegato il motivo di questa perdita di appeal tra i giovani.
I volontari in ferma prefissata sono sempre meno: questo perché, come più volte ribadito dai vertici delle Forze Armate (non ultimo il Capo di Stato Maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli), alcune politiche statali hanno ridotto l’appeal che la professione militare aveva tra i giovani.
Tant’è che oggi si può parlare di una vera e propria crisi di arruolamento, dal momento che molti giovani piuttosto che fare domanda come militari volontari preferiscono intraprendere una carriera nel privato rinunciando a quella che - molto probabilmente - sarebbe stata un’ottima occasione di formazione e di sviluppo delle competenze.
Ci sono diversi problemi, però, che hanno portato alla perdita di appeal per l’arruolamento come volontario in ferma prefissata annuale (VFP1): il primo riguarda l’aspetto economico, mentre il secondo quello professionale.
Due aspetti che portano molti giovani a domandarsi se conviene ancora arruolarsi come VFP1; domanda alla quale sempre più persone danno una risposta negativa.
Ma sarà davvero così? Prima di rispondere è bene cominciare dal fare chiarezza su quali sono queste problematiche, così da capire se effettivamente non è più così conveniente, almeno rispetto ad una volta, l’arruolamento come volontario nelle Forze Armate (quali Esercito, Marina e Aeronautica).
VFP1: l’aspetto economico
Come noto lo stipendio percepito da un volontario delle Forze Armate, almeno nel primo anno di ferma prefissata, non è particolarmente elevato.
In primis è bene sottolineare che per questa categoria non si parla di stipendio, bensì di paga. Al volontario, infatti, spetta una paga - pari a poco più di 32 euro - per ogni giorno di lavoro effettivo. L’importo mensile, che solitamente si aggira intorno ai 900 euro, dipende quindi da quanti sono i giorni in cui il militare ha preso servizio.
Non si tratta certamente di un importo elevato; a questo bisogna aggiungere che durante il periodo in cui si è volontari non si ha diritto alla tredicesima mensilità.
VFP1: l’aspetto professionale
Il secondo problema riguarda l’aspetto professionale, o meglio gli sbocchi lavorativi. Rispetto a quanto accadeva una volta, infatti, oggi le possibilità di intraprendere la carriera nelle Forze Armate, o in qualsiasi altra Forza dell’Ordine, partendo come volontari sono più basse.
Questo perché nel frattempo c’è stata l’abolizione della riserva assoluta, ossia di quel meccanismo che permetteva solamente a coloro che avevano svolto almeno un anno di servizio militare di prendere parte ai concorsi per il reclutamento nelle Forze Armate e di Polizia.
Oggi i concorsi sono aperti anche ai civili, e per i militari c’è solo una quota di posti riservata. Questi posti, così come le agevolazioni riconosciute per il limite di età, non sono però sufficienti per spingere i giovani ad arruolarsi come VFP1; sono sempre di più, infatti, coloro che preferiscono prendere parte solo ai concorsi che danno come garanzia l’arruolamento a tempo indeterminato.
Conviene ancora arruolarsi come VFP1?
Tolti questi due problemi, che effettivamente esistono ma per i quali speriamo si troverà una soluzione il prima possibile, siamo convinti che l’arruolamento come VFP1 rappresenti ancora un’occasione per i giovani.
Ciò che lascia questa esperienza è un bagaglio di esperienze non indifferente; un’esperienza - che come si può leggere sul sito ufficiale dell’Esercito Italiano - è “fuori dal comune che ti consentirà di essere pronto ad affrontare sia la carriera militare che una professione civile”.
Per quanto riguarda gli sbocchi professionali, inoltre, c’è da fare una precisazione. È vero infatti che le opportunità di fare carriera nelle Forze dell’Ordine, vista la riduzione dei posti a concorso, è più bassa, ma allo stesso tempo è importante sapere che ci sono buone possibilità di entrare stabilmente in Esercito.
Una volta terminato il periodo da VFP1, infatti, ci si può candidare per i posti a disposizione come VFP4 (ai quali possono concorrere solamente coloro che hanno completato l’anno da volontari) al termine del quale ci sono molte probabilità di passare in servizio permanente (anche se potrebbero volerci più anni del previsto).
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