Il vaccino di Moderna ha un’efficacia del 100% nelle forme gravi di Covid e del 94,1% nel prevenire un’infezione sintomatica. L’azienda pubblica i dati dello studio di fase 3 Cove.
Il vaccino di Moderna ha un’efficacia del 100% nel prevenire le forme gravi di Covid. La conferma arriva dalla pubblicazione dei dati di fase 3 Cove, che erano stati anticipati lo scorso novembre dalla stessa casa farmaceutica, sulla celebre rivista peer review New England Journal of Medicine.
Durante la fase di sperimentazione, che ha coinvolto 30.420 partecipanti volontari, si sono ammalate di coronavirus, manifestando i sintomi, 196 persone, ma solamente 11 facevano parte del gruppo dei vaccinati, mentre i restanti 185 avevano ricevuto il placebo.
Vaccino Moderna, efficacia del 100% nelle forme gravi
La pubblicazione dei dati sul NEJM conferma un’efficacia del vaccino di Moderna del 94,1% nel prevenire il Covid-19 sintomatico e del 100% contro le forme gravi. Lo studio è stato condotto in collaborazione con il Niaid, che è parte dei National Institutes of Health (Nih) statunitense, ed ha preso in considerazione 30.420 volontari con un età superiore ai 18 anni, provenienti da 99 zone degli Stati Uniti.
La prima iniezione è stata effettuata tra il 27 luglio e il 23 ottobre 2020, e dopo 28 giorni è stata fatta anche la seconda, ciascuna di essa aveva un volume di 0,5 ml e conteneva 100 μg di mRNA-1273 o placebo. In sostanza quindi 185 hanno sviluppato la malattia in modo sintomatico, ma solo ad 11 di loro era stato somministrato il vaccino. 30 volontari invece hanno avuto una forma grave dell’infezione, ma nessuno di loro aveva ricevuto il vaccino, ma solo il placebo. L’efficacia del vaccino ha avuto risultati analoghi anche tra gli over 65 e a prescindere dai vari gruppi etnici di appartenenza dei volontari.
Gli effetti collaterali del vaccino di Moderna
Adesso si continueranno a raccogliere dati sugli eventuali effetti collaterali e le possibili reazioni avverse per i due anni successivi alla sperimentazione. Per il momento le reazioni avvenute in seguito alla somministrazione sono state di lieve entità, tra le più comuni affaticamento, dolori muscolari, dolori articolari e mal di testa, soprattutto dopo la seconda dose in circa la metà dei volontari che hanno preso parte alla sperimentazione. Gli effetti, solitamente, sono iniziati 15 ore dopo l’iniezione e sono scomparsi nel giro di due giorni. Il dottor Baden, specialista in malattie infettive presso il Brigham and Women’s Hospital, ha precisato che:
“Sebbene questi risultati siano incoraggianti, sono limitati dalla breve durata del follow-up fino ad ora condotto. I dati a lungo termine dallo studio in corso possono permetterci di valutare meglio l’efficacia del vaccino tra i diversi gruppi, determinare l’impatto sull’infezione asintomatica, capire quanto dura l’immunità e se i vaccini influiscono sull’essere o meno infettati dal virus”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA