Valneva, il vaccino Covid “sicuro”: effetti collaterali e quando arriva in Italia

Alessandro Cipolla

01/02/2022

Vla2001 il vaccino anti-Covid di Valneva ora in fase di revisione da parte dell’Ema è considerato il più “sicuro” tra quelli finora ideati: come funziona, quali sono gli effetti collaterali e quando arriva in Italia questo preparato che sarebbe efficace anche contro la variante Omicron.

Valneva, il vaccino Covid “sicuro”: effetti collaterali e quando arriva in Italia

Potrebbe essere francese il vaccino anti-Covid della “svolta”, prendendo in prestito un termine pronunciato al Corriere della Sera da parte di Nicola Magrini, il numero uno dell’Aifa (l’Agenzia del farmaco).

Vla2001 è il nome di questo nuovo vaccino prodotto da Valneva, una azienda di biotecnologia con sede a Saint-Herblain una città di poco più di 40.000 abitanti situata nel cuore della Loira, nella parte occidentale della Francia.

Speravamo potesse arrivare già in gennaio. Uno strumento in più forse utile per convincere alcuni dei titubanti che nutrono una paura ingiustificata per i vaccini a Rna messaggero - ha spiegato Magrini - Valneva è costruito in tutt’altro modo, è un vaccino proteico quindi più tradizionale. L’azienda ci ha comunicato che per produrlo ci vorranno alcune settimane in più”.

Al momento il vaccino di Valneva è in fase di rolling review da parte dell’Ema, il percorso di valutazione è iniziato lo scorso 2 dicembre, ma ulteriori test condotti dall’azienda francese avrebbero dato ottimi risultati anche di fronte alla variante Omicron.

In una nota della società infatti si legge come “gli anticorpi indotti da tre dosi del candidato vaccino inattivato di Valneva (VLA2001) neutralizzano la variante Omicron di Sars-CoV-2”, con tutti i dati che poi sono stati inviati all’Ema.

Vaccino Valneva: effetti collaterali e come funziona

Per spiegare come funziona Vla2001, il vaccino messo a punto dai francesi di Valneva, può essere molto utile riprendere le parole con cui l’Aifa sul proprio sito ha descritto questa nuova arma che presto potremmo avere a disposizone nella guerra contro il Covid.

Si prevede che VLA2001 predisponga l’organismo a difendersi contro l’infezione da SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Il vaccino contiene il virus inattivato (ucciso) e non può provocare la malattia. VLA2001 contiene anche due “adiuvanti", sostanze che contribuiscono a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino.
Una volta iniettato il vaccino, il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà il virus inattivato come estraneo e risponderà producendo anticorpi. Qualora, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a difendere l’organismo.

Quella del virus inattivato è una tecnologia ben nota nel campo dei vaccini, viene usata da anni per quelli antinfluenzali e pediatrici, tanto da essere definita sicura e capace di poter convincere molti “no-vax” a sottoporsi alla somministrazione.

Durante gli studi portati avanti da Valneva, sono stati riscontrati pochi effetti collaterali dopo l’inoculazione del vaccino mentre, rispetto al preparato anti-Covid di Astrazeneca, gli anticorpi prodotti sarebbero il 40% in più.

Quando arriva in Italia

Come ha spiegato Nicola Magrini, Vla2001 era atteso in Italia per la fine di gennaio ma la revisione da parte dell’Ema, probabilmente a causa dei nuovi dati raccolti su Omicron, durerà di più rispetto a quanto previsto.

Stando a una stima riportata dal Fatto Quotidiano, il vaccino contro il Covid elaborato da Valneva potrebbe essere distribuito nei Paesi dell’Unione Europea ad aprile. Oltre che per le prime dosi degli scettici verso la tecnologia mRna, Vla2001 potrebbe essere usato anche come booster nella campagna vaccinale della terza dose.

A fine novembre è stato siglato un accordo tra Bruxelles e Valneva per la fornitura nei prossimi due anni di 60 milioni di vaccini, con l’azienda francese che si è impegnata a consegnare 24 milioni di dosi in questo 2022.

Considerando che all’Italia spetta il 13% delle consegne opzionate dall’Unione Europea, entro la fine dell’anno nel nostro Paese potrebbero essere a disposizone più di 2,5 milioni di dosi di questo vaccino così atteso.

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