Il Veneto entra in zona rossa da lunedì 15 marzo con un Rt alto e l’allarme variante inglese. Zaia chiede ristori automatici.
È ufficiale l’inserimento del Veneto in zona rossa da lunedì 15 marzo. La conferma è arrivata dopo la diffusione venerdì 12 del monitoraggio settimanale dell’ISS sulla situazione epidemiologica. A segnare il destino della Regione è stato in particolare l’indice Rt, che nel valore più alto raggiunge l’1,35. Il passaggio era stato anticipato dal governatore Luca Zaia, secondo cui la Regione rimarrà in zona rossa per due o tre settimane.
Veneto in zona rossa da lunedì 15 marzo
A partire da lunedì 15 marzo, il Veneto sarà insieme alla maggior parte dell’Italia in zona rossa. Inevitabile dopo il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha evidenziato dati molto allarmanti. L’incidenza si ferma non distante dai 200 casi settimanali per 100.000 abitanti, ma a sancire il passaggio della Regione in zona rossa sono stati due fattori su tutti: l’indice Rt e la diffusione delle varianti.
L’indice di trasmissibilità si attesta a 1,21 (1,06-1,35), nel valore medio poco inferiore alla soglia dell’1,25 oltre il quale scatta automaticamente la zona rossa. Il Ministero della Salute, con il parere favorevole del Governatore che teme l’aumento della pressione sugli ospedali, ha preferito tenere conto del valore più alto della forbice anche per via dell’ampia diffusione delle varianti. Quella inglese è stata isolata in Veneto già a dicembre 2020 e lo stesso Zaia ritiene che sia la causa del grande aumento dei casi.
Luca Zaia ha comunque sottolineato: “Le terapie intensive sono al 14% di occupazione mentre in ricoveri in area non critica al 17%: ad oggi non abbiamo quella pressione ospedaliera che ci fa dire ’non ce la facciamo più’, ma l’attenzione è altissima”.
La zona rossa in Veneto durerà due o tre settimane. Probabile che, come per altre Regioni, si farà un’unica tirata in quasi-lockdown fino a Pasqua, che sarà in rosso per tutta l’Italia.
Le nuove disposizioni prevedono infatti un lockdown di Pasqua stabilito per riuscire a tenere sotto controllo l’indice Rt e per evitare spostamenti.
In Veneto è allerta variante inglese
Come anticipato, preoccupa in Veneto soprattutto la diffusione della variante inglese che, ha detto Zaia, è nel 70% dei tamponi fatti a livello nazionale ed è stata isolata in Veneto già a dicembre.
Nella conferenza stampa tenutasi l’11 marzo Zaia aveva spiegato:
“Dobbiamo guardare in faccia la realtà, i ricoveri stanno aumentando. Capisco non sia facile per i cittadini: le restrizioni sono pesanti e il mondo è in difficoltà”.
Cosa cambierebbe in Veneto con la zona rossa
Il passaggio in zona rossa, con le parole dello stesso Zaia, significa per la cittadinanza veneta “chiusura dei negozi, di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Spostamenti solo per motivi di necessità o lavorativi”.
L’entrata in quasi-lockdown sarebbe senz’altro un nuovo colpo all’economia della Regione, e pertanto il governatore ha lanciato un appello al Governo: “Se serviranno nuove restrizioni dovranno essere accompagnate dai ristori”.
Ma la preoccupazione più grande, per Zaia, è quella di “non poter più curare i pazienti negli ospedali. La curva delle terapie intensive è scesa per due mesi: ad oggi solo il 12% dei posti in Rianimazione è occupato negli ospedali della Regione ma abbiamo paura che la crescita dei ricoveri nelle prossime settimane diventi esponenziale”.
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