Whatsapp: quello che scrivi non sempre resta privato

Sara Tamisari

21 Febbraio 2018 - 19:00

Hai un gruppo WhatsApp con i tuoi colleghi? Attenzione a quello che scrivi, perché i tuoi messaggi non sono così al sicuro come pensi.

Whatsapp: quello che scrivi non sempre resta privato

Quello che scrivi su Whatsapp non sempre resta privato: se bisogna pesare bene ogni parola quando si parla a voce, il discorso vale ancora di più quando si chatta. A maggior ragione se ci si trova a chattare con colleghi di lavoro, perché si rischia che a qualcuno non piaccia quanto è stato detto e a diffonderlo non ci vuole niente. Emblematico è il caso di un messaggio inviato sul gruppo WhatsApp da una deputata irlandese, finito in mano alla stampa e ben presto divenuto di dominio pubblico.

Whatsapp, sin dal suo debutto nel 2009, è velocemente diventata l’app di messaggistica più usata del mondo, con oltre un miliardo di persone a sfruttarne le funzionalità. Questo perché si tratta di uno strumento che permette di comunicare in maniera diretta, di inviare file, messaggi vocali e tanto altro ancora.

Scaricabile, come sappiamo, gratuitamente, Whatsapp continua a mantenere il suo primato anche dopo l’acquisto da parte del colosso blu, Facebook. Ciò che ha reso Whatsapp così popolare non è soltanto legato alle varie funzionalità che offre, ma anche al modo di comunicare che si è sviluppato. Parliamo di una comunicazione meno formale e più spigliata, anche e soprattutto per quanto riguarda il lavoro.

Sempre più diffusa, infatti, è divenuta la pratica di creare gruppi Whatsapp per tenersi in contatto tra colleghi di lavoro e fare in modo che non ci siano più barriere sul fronte della comunicazione. Se da un lato si tratta di un’evoluzione positiva per quanto riguarda i rapporti sociali e professionali, dall’altro c’è sempre il rischio che ciò che si scrive venga scoperto o ancora peggio, comunicato ai diretti interessati.

Il problema sussiste quando si parla di alte cariche di governo: una delle tante meraviglie offerte dall’app è quella di creare dei gruppi privati dove soltanto chi vi è invitato può leggere e scrivere al suo interno. Per esempio è noto che ogni partito politico irlandese abbia il proprio gruppo Whatsapp al quale hanno accesso soltanto funzionari e membri del partito.

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Whatsapp: quando una chat non è così privata

In questo caso specifico parliamo della Ministra inglese Claire Perry, che in un gruppo ha parlato male dei propri colleghi del partito Conservatore affermando che:

Sono degli anziani, pensionati, senza mutui, bambini in età scolare o responsabilità di alcun tipo. Rappresentano pochi fanatici e non i tanti che rappresentiamo noi

Adesso Perry dovrà giustificare quanto detto riguardo i suoi colleghi perché il suo messaggio è stato inviato alla stampa inglese.

Non è la prima volta che messaggi privati mandati su Whatsapp vengono resi pubblici: era successa la stessa cosa l’anno scorso, all’interno del partito irlandese Fine Gael. Il Ministro degli Esteri Charlie Flanagan affermò che il Ministro della Salute, Simon Harris, aveva mostrato ambizioni di potere nella corsa alla successione di Enda Kenny (all’epoca leader del partito).

In merito a questo messaggio, qualcuno all’interno del gruppo ne fece lo screenshot e lo inviò a un giornale irlandese.

Questo evento portò il Fine Gael ad abbandonare Whatsapp e ad affidarsi a un’altra applicazione chiamata Confide che assicura una maggiore protezione dei messaggi perché vengono eliminati non appena letti e, oltretutto, non permette di “screenshottare” ciò che viene scritto.

L’estrapolare messaggi privati da Whatsapp non è di certo qualcosa di nuovo; quando si parla però, di “violazioni” a questi livelli si vanno a creare problemi e rotture interne agli stessi partiti.

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Attenzione al gruppo WhatsApp coi colleghi

Sul posto di lavoro in generale, ormai è di comune uso creare dei gruppi sull’applicazione, sia formali che informali. Una recente ricerca da parte dei manager delle Risorse Umane del Regno Unito ha però svelato che i dipendenti vedono i gruppi su Whatsapp utili quando sono formali. Mentre per quanto riguarda quelli informali, affermano che vengono usati più che altro per parlare male delle persone e bullizzarle.

Uno dei manager che ha contribuito alla ricerca, ha infatti affermato in merito ai gruppi informali:

Sono usati più che altro per spettegolare. Lavoro in un ufficio dove i millennial, lì seduti per tutto il giorno, si scambiano messaggi su Whatsapp tra di loro e sghignazzano come bambini delle elementari

Insomma tutto quello che dite e condividete sulla famosa applicazione potrebbe essere preso e usato contro di voi perché quello che scrivete su Whatsapp non sempre rimane privato.

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