Acri e Cdp in scadenza in primavera nel 2024. Ecco cosa succede nei mondi finanziari italiani tra nomine e partite incrociate.
Tra Cassa Depositi e Prestiti e fondazioni bancarie il 2024 sarà decisivo per le nomine interne al potere bancario. In una battaglia che unisce finanza, politica e potere. Molto potere. Il mandato dell’attuale presidente dell’Associazione delle Casse di Risparmio Italiane (Acri), Francesco Profumo, e del consiglio d’amministrazione di Cdp guidato da Giovanni Gorno Tempini (presidente) e Dario Scannapieco (ad) scadrà tra aprile e maggio 2024. In entrambi i fronti è già iniziata la battaglia per la successione.
Perché la partita è importante
Sì, perché le fondazioni e le casse di risparmio raggruppate nell’Acri sono, con quote variabili, soci dello Stato che tramite il Tesoro partecipa all’82,77% del capitale di Cdp, mentre il 15,93% è destinato ai vari istituti territoriali. Le casse di risparmio. In gioco, dunque, una filiera di potere strategica. Dalle Casse di Risparmio dipende una componente fondamentale dell’influenza sulle banche. Il bresciano Giovanni Bazoli, 92 anni, già presidente del Banco Ambrosiano e presidente emerito di Intesa San Paolo e Giuseppe Guzzetti, 89 anni, dominus della piazza milanese con la storica presidenza di Fondazione Cariplo e della stessa Acri, hanno a lungo dato le carte dell’associazione che riunisce i principali azionisti di Intesa (Cariplo e Compagnia di San Paolo) e Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (Crt), la cassa avente l’uomo simbolo in Fabrizio Palenzona che ha quote di Generali (1,61%), Unicredit (1,9%) e Bpm (1,8%). [...]
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