Addio al concordato preventivo per i forfettari, ecco perché

Nadia Pascale

14 Marzo 2025 - 11:27

Addio al concordato preventivo biennale per i forfettari, nel 2025 non possono aderire alle semplificazioni previste dall’accordo con il Fisco sulla tassazione.

Addio al concordato preventivo per i forfettari, ecco perché

Continua il lavoro sul correttivo al concordato preventivo biennale, prime indiscrezioni: addio al concordato per i contribuenti forfettari e termine di adesione al 30 settembre 2025. Ecco le novità nel decreto correttivo alla delega fiscale.

Il Governo sta lavorando al correttivo alla delega fiscale, la parte rilevante riguarda proprio il concordato preventivo biennale, cioè l’accordo tra Fisco e contribuente sulla base imponibile per la tassazione da applicare per due anni.

Ecco come cambia il concordato per i forfettari che non potranno più aderire.

Concordato preventivo biennale, addio per i forfettari nel decreto correttivo

L’obiettivo iniziale del concordato preventivo biennale è semplificare gli adempimenti per i titolari di partita Iva e far in modo che possano conoscere in anticipo le tasse da pagare per 2 anni. Si è parlato spesso di una scommessa, infatti per il contribuente che guadagna negli anni dell’accordo meno di quanto previsto, vi è una perdita economica, ma per chi riesce a ottenere maggiori ricavi e quindi una base imponibile più alta, c’è un notevole vantaggio economico.

Nonostante questo, l’appeal è stato basso e questo perché la maggior parte dei contribuenti ha notato una base imponibile oggetto di accordo elevata rispetto alle aspettative.

Le basse adesioni hanno portato all’esigenza di un correttivo e in base alle prime dichiarazioni, chi ha aderito al regime forfettario è escluso dall’adesione già a partire dal 2025. Il sentore c’era da tempo, infatti, per i contribuenti ordinari che hanno aderito nel 2024 l’accordo è valido per due anni. Per i forfettari già nel 2024 era prevista l’adesione in via sperimentale, ma solo per un anno. I dati rilevati non hanno convinto i tecnici dell’amministrazione e del dipartimento delle Finanze e il Ministero dell’Economia e delle Finanze e quindi il viceministro, Maurizio Leo, ha dichiarato che per ora non è prevista l’adesione.
In realtà la base imponibile per i contribuenti ordinari è determinata in gran parte dal punteggio Isa (Indice Sintetico di Affidabilità fiscale) e i forfettari non hanno l’obbligo della pagella ISA, quindi per loro calcolare una base imponibile che sia il più possibile aderente alla realtà è difficile, questo è fondamentalmente un ostacolo.

Proroga dei termini per l’adesione e nuove norme per le società

Questa non è l’unica novità prevista nel decreto correttivo, infatti, tra le proposte vi è quella dello slittamento del termine di adesione dal 31 luglio al 30 settembre. Anche in questo caso appare abbastanza plausibile che si arrivi all’approvazione finale della modifica perché siamo ormai a marzo inoltrato e ancora non vi sono regole certe per il concordato e di conseguenza slittano tutti i tempi.

Il correttivo interviene anche a disciplinare gli effetti dell’eventuale venir meno dei soci di società che aderiscono all’accordo biennale. L’obiettivo è di introdurre una clausola antiabuso: la decadenza di uno dei soci dovrebbe trascinare anche quella degli altri soci, in una sorta di linea di continuità al fine di evitare che prima si aderisca al concordato prendendone i vantaggi e poi in realtà non si rispettino le condizioni di partenza del patto con l’amministrazione finanziaria.

Tra le proposte nel decreto correttivo vi è anche una riforma delle sanzioni previste per il contrabbando di merci.

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